Una rivoluzione vera e propria per le famiglie italiane con minori a carico, in un momento economico delicatissimo per il Paese. Stiamo parlando dell’Assegno Unico Universale, approvato lo scorso gennaio e in vigore da marzo scorso.
La misura fa parte della Legge di Bilancio 2022 complessiva dell’Italia, che ha stabilito le riforme fiscali e pensionistiche, nonché esteso alcune agevolazioni fiscali per i lavori di ristrutturazione della casa e l’aiuto per l’acquisto di una prima casa.
Oggi un Governo di fatto non esiste più. Oggi che nel pieno di quelle Riforme neanche realizzate a pieno, i cittadini avevano bisogno di stabilità, di sicurezza, di certezze.
Il tutto è venuto meno con le improvvise dimissioni di Draghi, fino a poche settimane fa garante anche della nostra immagine all’estero e capace, l’ex capo della Bce, di tenere incollata una maggioranza di certo disomogenea.
Ma se è giusto chiedersi se era davvero necessario dare priorità ai propri interessi politici, a discapito della serenità della collettività, è anche doveroso fare un passo indietro per capire cosa questo Governo, finchè ha potuto, ha fatto.
Torniamo quindi sull’Assegno Unico Universale e sui suoi benefici.
Il nuovo assegno unico sostituisce una serie di altri cosiddetti ‘bonus bebè’, unificando una serie di misure a sostegno delle famiglie – da qui il termine ‘unico’.
Si chiama anche ‘universale’ perché è concesso a tutte le famiglie con figli a carico residenti in Italia.
I bonus rottamati comprendono il bonus nascita o adozione (Bonus mamma domani), l’assegno per le famiglie con almeno tre figli minori, gli assegni familiari per le famiglie con figli e orfani, l’assegno di nascita (Bonus bebè) e le detrazioni fiscali per i figli fino a 21 anni anni.
Resta comunque in vigore il bonus che aiuta le spese dell’asilo nido, Bonus asilo.
Possono presentare domanda tutte le categorie di dipendenti (pubblici e privati).
Il progetto prevede un’indennità mensile a chi ha figli, dal settimo mese di gravidanza fino al compimento dei 21 anni di età.
Ciò che una famiglia riceve si basa sul reddito familiare, secondo l’indicatore socio-economico che il governo utilizza per calcolare i benefici, noto come ISEE.
Inps, l’Istituto nazionale di previdenza sociale ha fatto tra marzo e giugno pagamenti per 4,8 miliardi di euro a 5,3 milioni di famiglie per 8,5 milioni di figli. Lo si legge nell’Osservatorio sull’assegno unico.
L’importo medio mensile per richiedente è risultato pari a 232 euro ed è stato pagato in media per 1,6 figli per ciascun richiedente, mentre l’importo per ciascun figlio è risultato, in media, di 145 euro.