Giocare ai Gratta e Vinci è uno dei passatempi preferiti dagli italiani. Ma quali sono i casi effettivi di vittorie e quanti gli sconfitti?
La bassa probabilità di vittoria non è sempre un deterrente per non giocare ad un gioco. Per questo motivo, ancor prima dei Gratta e Vinci, sono state le lotterie varie, dal Lotto al SuperEnalotto, che hanno scaldato gli animi dei giocatori più incalliti.
I Gratta e Vinci, invece, aumentano le percentuali di vincita a fronte però di vincite piuttosto contenute nella maggior parte dei casi, uguali o poco superiori al costo del biglietto stesso.
Gratta e Vinci, ma chi vince davvero?
Le probabilità di vittoria sono molto difficili da pronosticare. Oltre al classico fattore fortuna, che è una variabile incalcolabile, esistono diversi fattori che ci permettono di avere una panoramica sulle reali statistiche riguardo le vincite dei giochi a premi.
La scelta di un Gratta e Vinci specifico, rispetto ad un altro, è uno dei fattori più determinanti di questa statistica. Ogni Gratta e Vinci ha una propria tiratura, il suo numero di biglietti preciso, i fondi stanziati per quello specifico gioco e altri calcoli matematici che ne determinano le “difficoltà” di vittoria. Nonostante tutti i calcoli matematici possibili, alla fine, la realtà è che è davvero difficile vincere con i Gratta e Vinci o con le varie lotterie in generale.
Celebre fu il film di Gigi Proietti “Febbre da cavallo“, il quale parlava proprio della sensazione di un giocatore di corse ippiche che trovava il brivido della vita solo quando scommetteva su quei cavalli. È proprio questo il problema di molte persone con i giochi di questo tipo; a volte si diventa talmente dipendenti da quella sensazione di attesa e adrenalina che si arriva a pensare che quello è l’unico modo per riuscire a raggiungere una tale emozione.
Un altro problema è che il mondo delle scommesse in generale è un mondo facilmente accessibile da tutti. Nel solo 2020, in piena pandemia, l’industria del gioco d’azzardo ha fatturato oltre 500 miliardi di dollari, mentre il mondo intero entrava in una crisi senza ritorno. In Italia, poi, abbiamo una vera e propria “cultura” per il gioco d’azzardo, tanto che abbiamo l’abitudine consolidata di non intascare mai una vincita se quest’ultima è inferiore ai 10 euro di vincita.