Il pignoramento può arrivare per diversi motivi, ma esistono altrettanti modi per difendere il proprio stipendio da questa misura.
Il pignoramento è sempre l’ultima soluzione, dopo che gli accordi privati sono falliti e gli avvisi delle cartelle esattoriali sono rimasti ignorati.
L’autorità preferisce pignorare prima determinati beni, solitamente quelli che è più facile tramutare in denaro liquido. Conti corrente, pensioni e stipendi sono ovviamente tra gli obiettivi più sensibili, ma esistono modi per evitare che questi vengano toccati. Alcuni sono stratagemmi, mentre altri sono garantiti dalla legge e recentemente sono stati rafforzati.
Pignoramento, come funziona
Quando un debitore si rifiuta di saldare il proprio credito o un evasore fiscale non paga le tasse dovute all’Agenzia delle Entrate, è possibile che l’autorità giudiziaria ordini il pignoramento dei propri beni. Questa misura è l’ultima spiaggia, e prima di solito i creditori, siano essi privati o lo stato, tentano sempre un altro approccio. Dagli accordi per il pagamento del debito agli avvisi di pagamento, la strada che porta al pignoramento è lunga.
Questo perché il pignoramento non è un processo semplice per nessuna delle parti coinvolte. Il debitore si vede ovviamente portare via parte dei propri beni, per ripagare il debito, ma poi il creditore deve assicurarsi di ottenere da quei beni il valore che l’autorità giudiziaria ha loro assegnato, e questo non è sempre semplice.
Per questa ragione i pignoramenti prendono di mira prima i beni che è molto semplice trasformare in denaro. Gioielli, oro, opere d’arte o di artigianato pregiato sono tra i beni preferiti per il pignoramento, ma prima di tutto ci sono i soldi liquidi, siano essi contanti, depositati su un conto corrente, oppure quelli guadagnati tramite lo stipendio e la pensione.
Come difendere il proprio conto corrente e il proprio stipendio
Non tutti i beni sono pignorabili. Per garantire la dignità del debitore, lo stato protegge infatti alcuni beni fondamentali. Ad esempio non può essere pignorata la casa in cui si vive o l’automobile con cui ci si reca sul posto di lavoro. Anche lo stipendio è parzialmente protetto, da una norma che prevede il minimo vitale.
Il minimo vitale è una cifra che lo stato considera necessaria alla dignità della persona, e quindi che un creditore non può pignorare. La soglia è stata recentemente alzata a 1000 euro al mese, che sono quindi intoccabili. Questa norma vale sia per gli stipendi che per le pensioni, che quindi sono protetti nel limite di questa cifra da ogni pignoramento.
Il resto della cifra dello stipendio può però essere pignorato, ma esistono stratagemmi per limitare le conseguenze di questa evenienza. Ad esempio, prelevare dal proprio conto piccole porzioni dello stipendio protegge la parte prelevata dal pignoramento.
Un altro bersaglio dell’autorità giudiziaria in caso di debiti non pagati è il conto corrente, e anche in questo caso si può attuare qualche strategia. Averlo in rosso previene ovviamente ogni pignoramento. Anche il conto cointestato aiuta, dato che in questo caso sarà pignorabile solo la metà della cifra in esso presente