WhatsApp, app di messaggistica di proprietà di Meta, potrebbe presto introdurre al proprio interno pubblicità per monetizzare meglio il servizio.
Prima di meta, WhatsApp era a pagamento. Era meno di un’euro all’anno, ma comunque un entrata necessaria per quella che era una piccola azienda.
Dopo l’acquisto da parte di quella che allora si chiamava ancora Facebook, il servizio diventa completamente gratuito. Un modello di business utile per sfidare la concorrenza ma, sul lungo periodo, di fatto insostenibile. Lentamente Meta ha introdotto piccole opportunità di monetizzazione, dagli account business alle pubblicità negli stati, le stories di WhatsApp. Ora però la situazione sembra destinata a cambiare.
La situazione di Meta
Meta, la società ombrello che racchiude tutti i progetti acquistati negli anni da Facebook, come Instagram, Oculus e lo stesso WhatsApp, è in crisi. Nell’ultimo anno ha perso metà del suo valore, e sta comunque spendendo miliardi in un progetto al momento completamente in perdita come il metaverso, una versione più immersiva di internet.
Il motivo è il crollo del mercato pubblicitario. Negli scorsi anni il mercato pubblicitario è cresciuto a dismisura, soprattutto su internet, grazie anche alla disponibilità di denaro. Le banche centrali hanno inondato di valuta i mercati per spingere la crescita, e questo ha facilitato investimenti di ogni tipo, inclusi quelli nelle pubblicità.
Le ads sono il core business di meta, il vero modo con cui crea profitto, e ora sempre meno persone sono disposte a pagare questi spazi, a causa dell’aumento del prezzo del denaro. Per questo motivo Meta deve trovare nuovi modi di monetizzare i propri servizi, e non può permettersi che una delle sue app di maggior successo, WhatsApp, generi poco o nulla di ricavi diretti. Da qui la scelta, annunciata di recente, di implementare spazi pubblicitari anche sul servizio di messaggistica più utilizzato in Italia.
WhatsApp e le pubblicità
In realtà qualche pubblicità su WhatsApp esiste già. Gli account business possono pubblicizzassi al primo messaggio che viene loro inviato, e Meta può introdurre ads negli stati, le stories di WhatsApp. Ma l’esperienza di buona parte degli utenti è al momento ancora priva di qualsiasi intrusione pubblicitaria. Questa realtà sta però per cambiare.
Non è ancora chiaro come verranno implementati gli annunci pubblicitari, se all’interno delle conversazioni o nella schermata principale, o in altri modi ancora. Quello che è sicuro è che, come in molti altri prodotti di Meta e non solo, sarà utilizzata un’intelligenza artificiale in grado di tracciare i comportamenti degli utenti per fornire loro pubblicità mirata.
Questo però non potrebbe riguardare i messaggi, a meno di un cambio radicale e probabilmente disastroso delle norme di privacy interne all’azienda. WhatsApp garantisce infatti che i messaggi scambiati siano visibili soltanto a chi li spedisce e a chi li riceve, anche tramite una specifica crittografia.
La preoccupazione per WhatsApp potrebbe essere quella di cedere terreno ai propri concorrenti che rimarrebbero senza pubblicità. Negli stati uniti è il sistema di messaggistica di Apple, iMessage, ad essere il concorrente principale di Meta, mentre in Italia è Telegram la seconda applicazione di messaggistica più usata.