La situazione sul fronte dei riscaldamenti è sempre più critica, e il prossimo inverno rischia di diventare un incubo per gli italiani. Vediamo nel dettaglio cosa sta succedendo.
La situazione per il nostro paese sul fronte del gas si fa sempre più critica.
Da quando è scoppiato il conflitto in Ucraina per volontà di Putin infatti, lo scontro tra il Cremlino e l’Occidente ha subito avuto l’energia come ago della bilancia, con l’Ue che ormai da mesi cerca di rendersi indipendente dalle forniture russe.
Gas, dopo la lettera della Gazprom la situazione si è fatta molto critica per il nostro paese
Un’operazione che di certo però, non può essere completata in un solo anno. Ed è per questo che, dopo la lettera in cui la Gazprom informa il nostro paese che le forniture saranno ulteriormente ridotte, il timore di molti imprenditori è di non essere abbastanza preparati ad affrontare l’inverno e in particolar modo febbraio, quando il consumo nazionale di metano raggiungerà il suo picco.
Fino adesso il governo ha però escluso questa possibilità, continuando a dichiarare che la situazione è sotto controllo. Sono in molti ad esempio a citare il fatto che comunque l’Italia è riuscita a raggiungere un obiettivo che si era dato mesi fa, ovvero quello di riuscire a riempire, per il 90 per cento della capienza, gli stoccaggi nazionali.
Secondo il presidente di Acciaierie d’Italia, appena cambia il clima andremo in forte difficoltà
Ma come ha spiegato il presidente di Acciaierie d’Italia Franco Bernabé, in un’intervista rilasciata ai giornalisti della stampa, l’ex amministratore delegato di Eni e Telecom ha dichiarato che “i problemi stanno diventando sempre più seri, ma capiremo quanto soltanto tra gennaio e febbraio, il momento in cui il fabbisogno di metano è massimo. Gli stoccaggi che abbiamo correttamente riempito non basteranno e ci vorrà un flusso continuo dall’estero: però il gas russo non ci sarà. Adesso stiamo godendo di un periodo di grazia eccezionale, fa caldo e c’è un eccesso di gas ma tutto è destinato a finire appena cambierà la situazione climatica. Il problema vero è che non esistono soluzioni nel breve periodo. Le difficoltà di cui oggi soffriamo sono il risultato di scelte che si sono accumulate nel corso di due decenni”.
Gas, si cosa si è discusso nell’ultimo vertice europeo che si è tenuto a Praga
Bernabé si è poi dimostrato particolarmente preoccupato per il fatto che non appena arriverà l’inverno, l’unica soluzione possibile sarà quella di adottare “una strategia di razionamenti che minimizzi i danni: ma serve un piano estremamente dettagliato in modo da tutelare i servizi essenziali. Mi riferisco agli ospedali, alle residenze per anziani. E poi alle imprese, a partire da quelle energivore. Andranno tutelate anche le famiglie, in particolare al Nord, dove fa più freddo”. Intanto in questi giorni, i leader europei si sono riuniti nella città di Praga per un importante vertice comune, il cui primo scopo è quello di ragionare e cercare di trovare una quadra su affronteremo in modo compatto una crisi energetica che si fa sempre più pressante.
L’Italia continua a respingere tutte le proposte che ipotizzano di inserire un tetto al prezzo della sola elettricità. Sono infatti diversi mesi che Mario Draghi insiste invece sulla possibilità di mettere un tetto anche al prezzo del gas, unica soluzione a suo parere per calmierare i prezzi attuali in modo efficace.
L’Ue ha discusso di Norvegia e Usa come nuovi partner commerciali del futuro dell’energia
Draghi negli ultimi giorni ha dichiarato che “dobbiamo lavorare insieme per affrontare la crisi energetica. Possiamo anche farlo in ordine sparso, ma perderemmo l’unità europea“. Questo non è stato comunque l’unico argomento di discussione del vertice. Durante l’incontro si è anche discusso ad esempio della possibilità di iniziare a negoziare con gli Stati Uniti e la Norvegia per quanto riguarda l’energia.
Due nazioni che non possono naturalmente sostituire le forniture russe, ma considerati adesso tra i pochi partner affidabili per un nuovo rapporto commerciale che porti nei prossimi anni il vecchio continente fuori dalle dipendenza di Mosca.