È uscita nelle ultime settimane una nuova ricerca che ha studiato l’introduzione di piantagioni di olio di palma nel mondo.
È da oltre mezzo secolo, che la produzione industriale in Occidente di olio di palma è cresciuta in modo esponenziale per soddisfare i bisogni di nuove schiere di consumatori.
Sono tantissimi i prodotti che hanno bisogno dell’olio di palma per la loro realizzazione finale. Adesso la normativa è cambiata, in quanto nel tempo si è scoperto che l’olio di palma non è un alimento così sano come si pensava.
Olio di palma, fino ad alcuni anni fa veniva utilizzato per tantissimi prodotti industriali: cosa è cambiato
Ma fino ad alcuni anni fa era indispensabile per produrre tantissimi prodotti, come ad esempio la maggior parte di quelli da forno che troviamo negli scaffali dei supermercati, ma anche la margarina e il cioccolato. Negli ultimi tempi invece, come si accennava in precedenza, il suo consumo è stato notevolmente ridotto proprio per venire incontro alle ultime scoperte scientifiche.
Anche se comunque le ultime stime ufficiali, raccontano di come l’olio di palma risulti ancora essenziale per circa il 35 per cento di oli vegetali che vengono immessi ogni anno sul mercato. E nelle ultime settimane, è uscita una nuova ricerca che ha provato ad indagare l’impatto economica e sociale che questo tipo di coltura ha avuto nel mondo fin dalla sua introduzione nell’ambito della produzione industriale.
Olio di Palma, ecco che cosa hanno scoperto i ricercatori di Viterbo
La ricerca è stata svolta dal centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici di Viterbo. I ricercatori si sono in primo luogo preoccupati di analizzare oltre ottanta studi scientifici che si sono occupati di studiare come l’introduzione di alcune piantagioni industriali, hanno influito sulla vita delle persone, e che tipo di impatto sociale hanno generato. E ciò che hanno concluso ricercatori italiani è molto interessante: sembra infatti che le coltivazioni di palme abbiano prodotto un effetto positivo sulle popolazioni interessate da queste colture.
Questo però vale solo per una parte di queste persone: proprio a causa del benessere economico generato nei consumatori, questo ha reso molto più difficili le condizioni di vita dei raccoglitori, ancora più spremuti a fronte di un prodotto così richiesto e che arricchisce la comunità che ne ospita le piantagioni. Insomma, la ricerca in tal senso disvela un risultato contraddittorio: se da un lato le piantagioni industriali di olio di palma hanno aiutato economicamente le comunità che ne ospitano i terreni, dall’altro ha incentivato lo sfruttamento dei raccoglitori, per produrre un alimento che abbiamo anche scoperto negli ultimi anni essere dannoso per l’organismo.