Cambiano le regole per il bonus edilizi riguardo la cessione di credito. L’Agenzia delle Entrate ha spiegato le novità in una circolare.
La cessione di credito è uno degli aspetti più problematici dei bonus edilizi. In alcuni casi tramite essa sono state perpetrate truffe ai danni dello stato.
Per questa ragione il governo Draghi ha deciso di stabilire nuove regole, presenti nei decreti aiuti degli ultimi mesi. L’Agenzia delle Entrate ha quindi specificato le nuove norme in una circolare, stabilendo le regole per la cessione di credito. In questo modo questa misura può essere sbloccata e favorire gli investimenti nel settore edilizio.
Grazie ai vari bonus edilizi in molti hanno potuto ristrutturare il proprio appartamento o la propria casa recuperando parte delle spese in dieci anni. Con il Superbonus 110% però, si è reso molto popolare lo sconto in fattura. Questo era possibile perché le aziende che operavano il lavoro potevano cedere il credito fiscale guadagnato dal Superbonus a degli istituti di credito, e ottenere immediatamente il denaro, scontando i lavori a chi li aveva richiesti.
Questo facilita l’investimento di chi non ha a disposizione il denaro necessario inizialmente, e non può aspettare dieci anni per recuperarlo. Ma facilita anche le truffe allo stato: basta infatti creare un cantiere fittizio per spillare all’erario decine di migliaia di euro, e il problema è diventato miliardario.
Sono quindi state introdotte nuove regole che prevedono che l’azienda che applica lo sconto in fattura diventi responsabile di eventuali violazioni in casi specifici. Questi casi sono definiti dagli articoli dei decreti aiuti come di “Colpa grave o dolo”. Fino a questo momento però mancava una precisa definizione di queste categorie, e la cessione di credito e conseguentemente lo sconto in fattura per i bonus edilizi erano rimasti bloccati. Ora l’Agenzia delle Entrate ha chiarito il concetto.
La nuova circolare dell’Agenzia delle Entrate ha spiegato che si considera dolosa:“la violazione attuata con l’intento di pregiudicare la determinazione dell’imponibile o dell’imposta ovvero diretta ad ostacolare l’attività amministrativa di accertamento”.
Quindi l’Agenzia delle Entrate ritiene fondamentale che ci sia l’intenzione di evadere il fisco con le azioni che consistono in una violazione delle norme. Questo è importante perché esclude tutta una serie di comportamenti legati ad errori che si possono commettere navigando in una normativa così intricata.
Per colpa grave invece, l’Agenzia delle entrate considera: “quando l’imperizia o la negligenza del comportamento sono indiscutibili e non è possibile dubitare ragionevolmente del significato e della portata della norma violata e, di conseguenza, risulta evidente la macroscopica inosservanza di elementari obblighi tributari”.
L’autorità restringe quindi la colpa grave a comportamenti chiaramente negligenti, in relazione alla portata della norma violata. Può essere considerato comportamento chiaramente negligente ad esempio quando il concessionario non fornisce i documenti richiesti o l’asseverazione dei lavori è sbagliata, o si riferisce ad un altra abitazione.
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