La legge italiana sulle pensioni è molto rigida, ma esistono una serie di norme che permettono di andare in pensione anticipata.
Questa aggiunte alla famigerata legge Fornero richiedono però requisiti precisi, e sono molto poco permissive di errori o piccoli sgarri.
I metodi di pensione anticipata principali sono quella classica, a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e un anno in meno per le donne, Quota 102, erede di Quota 100 che smetterà presto di essere disponibile, Opzione Donna, disponibile soltanto per le donne con un ampio taglio dell’assegno, e APE sociale. Ognuna di queste norme prevede rigidi requisiti per rientrare nei vantaggi che offre.
Pensione anticipata e Quota 102
La pensione anticipata classica premia i lavoratori che hanno raggiunto i 42 anni e 10 mesi o i 41 anni e 10 mesi di contributi a seconda del genere. Le donne in questo caso vanno in pensione prima degli uomini. Essendo basate sui contributi e non sull’età, che non viene conteggiata in questo calcolo, questi requisiti sono di per sé molto flessibili. Non esistono soglie, tempistiche o scadenze, basta accumulare gli anni di contributi necessari per ottenere la pensione.
Diverso invece il discorso per l’erede di Quota 100, Quota 102. La misura di flessibilità originale, pensata dal primo governo Conte e durata due anni, terminava il 31 dicembre 2021, in piena pandemia. Gli ideatori non avevano pensato al fatto che questo avrebbe causato uno scalone tra chi andava in pensione il 31 dicembre e chi ci andava il 1 gennaio 2022. Per questo il successivo governo Draghi è stato costretto a creare un’alternativa per evitare di avvantaggiare di troppo alcuni lavoratori.
Nasce quindi Quota 102, che permette di andare in pensione a 64 anni invece che a 67, ma richiede 38 anni di contributi. Questi criteri permettono di andare in pensione soltanto ad una platea ristretta e senza concessioni di flessibilità. Se si hanno 37 anni di contributi e 34 anni di età non si può ottenere la pensione anticipata con Quota 102. Aspettare in questo caso non porta nessun vantaggio, perché proprio come Quota 100, Quota 102 non è una norma strutturale ma momentanea, e scade il 31 dicembre 2022.
APE sociale e Opzione Donna
L’Anticipo pensionistico sociale, abbreviato in APE sociale, è una norma per aiutare i lavoratori in difficoltà che sono ad un passo dalla pensione ma non riescono a raggiungerla. Bisogna prima di tutto avere almeno 63 anni di età, non avere maturato abbastanza contributi per raggiungere una qualsiasi pensione, ed essere iscritti all’assicurazione obbligatoria per i lavoratori dipendenti.
Se si hanno questi requisiti, si passa poi alle situazioni di disagio che questa norma tenta di sanare. Si ha accesso all’APE sociale se si è rimasti disoccupati, se si assiste il coniuge con gravi disabilità o se si ha una riduzione della capacità lavorativa dovuta a problemi fisici pari al 74%. Altre condizioni che mettono a disposizione del lavoratore l’APE sociale è avere almeno 36 anni di contributi e aver svolto un’attività gravosa per sette degli ultimi 10 anni.
Esiste poi Opzione Donna, altra norma che come le Quote e l’APE sociale è solo transitoria. Permette alle donne di andare in pensione con 58 anni di età e 35 di contributi (59 anni per le lavoratrici autonome). Il problema è che l’Opzione Donna prevede un ricalcolo dell’assegno in senso contributivo. Di conseguenza l’assegno pensionistico così percepito si riduce fino quasi a dimezzarsi in alcuni casi. Una volta maturato questo diritto però, si può continuare a lavorare per poi andare in pensione in un qualsiasi anno successivo. Più si aspetta più l’assegno aumenta.