Sta per comunicare nelle prime regioni d’Italia ad accendere i termosifoni, l’inverno con il riscaldamento a 19 gradi. Chi farà rispettare le nuove norme?
Sarà complesso assicurarsi che tutti rispettino il limite di 19 gradi per il riscaldamento delle case.
Il limite, imposto per risparmiare gas in vista dei tagli delle forniture russe, sarà sicuramente imposto nei luoghi pubblici con molto più rigore che nelle case private. Diverso per i condomini a riscaldamento centralizzato, che proprio a causa della facilità di regolare l’afflusso di calore per decine di appartamenti, saranno più rigidi nel rispetto delle nuove norme. Quanti controlli ci saranno? E cosa rischia chi scalda troppo la propria casa?
La Russia ha deciso di ridurre le forniture di gas all’Europa. Lo ha fatto per la ferma opposizione che i paesi occidentali hanno posto alla sua invasione dell’ucraina, cominciata a febbraio scorso. Con l’avanzata delle truppe russe ormai ferma da aprile e le forze armate di Kiev che recuperano terreno ogni giorno, Putin ricorre a misure sempre più drastiche per spaccare il fronte compatto che sta portando le truppe di Mosca alla sconfitta.
L’Italia si è però preparata a questa evenienza in tempo. Il governo Draghi ha sfruttato la posizione del nostro paese, al centro delle rotte di due grandi gasdotti mediterranei, il TAP proveniente dall’Azerbaijan e quello algerino, per staccarsi dalla storica dipendenza dal gas russo. Gli stoccaggi sono ormai pieni, i nuovi contratti firmati, ma per essere sicuri di passare un invero tranquillo, il governo chiede ai cittadini di abbassare le temperature dei propri riscaldamenti di un grado.
Sarà lo stato il primo a dare il buon esempio, portando il riscaldamento gli edifici pubblici da 20 a 19 gradi per l’intera durata dell’inverno. Saranno esclusi dalla misura ospedali e strutture per anziani, che potranno continuare a tenere una temperatura superiore per il comfort dei loro ospiti.
Il governo non ha però il controllo del riscaldamento delle case private degli italiani. Ha però suddiviso il paese in zone, dalla A alla F in ragione delle condizioni climatiche, per determinare quando permettere l’accensione dei termosifoni nei condomini. Le prime zone, più calde, vedranno i termosifoni spegnersi il 7 marzo, mentre le più fredde che includono l’alta montagna il 7 aprile.
I controlli saranno molto pochi, almeno secondo il governo uscente. Ci si affida soprattutto alla buona volontà degli italiani per risparmiare gas. A meno di grandi cambiamenti, vista l’ormai prossima formazione del governo di centrodestra, gli utenti con riscaldamento autonomo non rischiano alcun controllo. Più facile invece che ricevano ammonizioni o verifiche grossi condomini e industrie.
In ogni caso, si prevede che saranno gli stessi cittadini a limitare l’utilizzo del riscaldamento questo inverno. La ragione è il prezzo del gas, che è aumentato moltissimo negli ultimi mesi, proprio a causa dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. In molte famiglie tenteranno di risparmiare, dato l’impatto economico che le bollette potrebbero avere, e quindi il consumo di gas dovrebbe diminuire in maniera naturale, anche senza le misure previste dal governo per risparmiare combustibile.
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