La pandemia ha messo in risalto un grosso problema di depressione e di salute mentale in Italia.
Per questo lo stato ha reagito con il bonus psicologo, ma i fondi basteranno soltanto per poco più di un decimo delle adesioni.
Esiste però un altro sussidio fornito come il bonus psicologo dall’INPS, che riguarda i malati di depressione, ansia e problemi neurologici. Un sussidio relativamente piccolo che viene in aiuto a coloro che hanno una patologia psichica o neurologica debilitante, che impedisce loro di avere una vita normale. Ecco come si ottengono i bonus e i sussidi dello stato per chi soffre di problemi di salute mentale.
I lockdown dovuti alla pandemia hanno peggiorato gravemente la salute mentale di moltissimi. Hanno colpito soprattutto giovani e adolescenti, che spesso non hanno i mezzi economici per ricevere l’aiuto necessario. La terapia infatti rimane tra i trattamenti più costosi disponibili per una seria patologia come lo sono quelle psichiche, e il sistema sanitario nazionale è al momento completamente inadatto a prendersi cura delle necessità di chi soffre di problemi di salute mentale.
Per questa ragione il governo Draghi ha chiesto il supporto dei terapisti privati, stanziando fondi per un bonus che andasse a coprire almeno in parte le spese di un percorso terapeutico. Il cosiddetto bonus psicologo però nasce con una stima di circa 40.000 richieste, per riceverne oltre 300.000. I fondi non sono sufficienti a coprire la crisi che sta colpendo il nostro paese, ed è sempre più evidente la necessità di un cambiamento strutturale.
Il bonus psicologo, per i pochi fortunati che lo riceveranno, potrà ammontare fino a 600 euro e coprirà le spese per un percorso terapeutico. Le graduatorie saranno però stilate dall’INPS esclusivamente in base all’ISEE di chi ha fatto richiesta e in nessun modo al quadro clinico del paziente che vuole rivolgersi ad un terapista.
L’INPS però fornisce anche un sussidio strutturale a chi soffre di depressione, ansia e problemi neurologici. In questi casi non si tratta però di un aiuto a risolvere il problema, ma di un sussidio dato in base al peso invalidante della patologia già diagnosticata. Si presume quindi che ci sia già stato un percorso diagnostico che abbia appurato che il paziente soffre di depressione clinica, in una forma grave.
Per ricevere questo sussidio è necessario che il medico curante riconosca la diagnosi di depressione. Una volta fatto ciò si può inoltrare all’INPS la domanda di sussidio, che verrà analizzata tramite una valutazione della commissione medica. Il verbale della commissione medica verrà poi consegnato al richiedente tramite raccomandata con ricevuta di ritorno. In caso di richiesta respinta si potrà fare ricorso entro i sei mesi successivi.
Una depressione grave può dare una invalidità tra il 61% e l’80%, che garantisce un indennità di 290 euro al mese. Esistono poi casi molto gravi, in cui la depressione risulta talmente invalidante da impedire al malato di compiere anche le azioni più semplici. In questo caso può addirittura essere riconosciuta l’invalidità al 100%, e di conseguenza la pensione di invalidità totale.
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