Quota cento ha innescato una serie di scaloni nelle pensioni che ritarderanno il pensionamento di anni.
Uno scenario previsto e affrontato con poca lungimiranza dal primo governo Conte e che ogni esecutivo successivo ha dovuto affrontare.
Draghi l’ha risolto con quota 102, che ha evitato che la fine di quota 100 causasse un salto di 5 anni tra chi andava in pensione i l 31 dicembre e chi ci sarebbe dovuto andare il 1 gennaio del 2021. Ma ora, finita anche quella opzione, il governo Meloni si troverà ad affrontare lo stesso problema. La soluzione potrebbe essere un’opzione uomo, simile a quella già presente per le donne, con un netto taglio dell’assegno.
Dal momento in cui è stata concepita, Quota 100 ha rappresentato una bomba ad orologeria. Una misura temporanea, risultata poi poco sfruttata, ma destinata a creare uno squilibrio enorme. Al suo scadere infatti, d’improvviso, gli italiani si sarebbero trovati dalla possibilità di andare in pensione a 62 al ritorno netto alla Legge Fornero, che permette di smettere di lavorare a 67 anni.
Non era una previsione particolarmente difficile da fare, ma il governo Conte uno e soprattutto la Lega, che più ha voluto la misura, non ha pensato ad una strategia di uscita. Il rinnovo non era pensabile, dato che la misura non era sostenibile sul lungo periodo per i conti dello Stato prima della pandemia, e il Covid-19 non ha fatto altro che peggiorare la situazione. Così il governo Draghi si è ritrovato a dover creare un’altra opzione, quota 102, che riducesse a soli due anni lo scalone creato da Quota 100.
Anche in questo caso però era solo una soluzione temporanea, e ora che la legge di bilancio si avvicina, il nuovo parlamento dovrà fare i conti con uno scalone inferiore al precedente, di soli tre anni, ma comunque significativo. Allo stesso modo stanno per scadere sia Opzione Donna che Ape Sociale, che aiutano lavoratrici e disoccupati a raggiungere prima la pensione.
Non c’è ancora un piano ben definito per le pensioni, perché di fatto non c’è ancora un governo, e non solo per i tempi tecnici della votazione. Il voto dei presidenti delle camere ha dimostrato come non ci sia ancora accordo nella maggioranza per l’assegnazione dei ministeri, e anche se la formazione del governo non sembra a rischio, la strategia potrebbe cambiare radicalmente.
Ape sociale e Opzione Donna sembrano salve anche per l’anno prossimo, ma difficilmente avranno il tempo di diventare misure organiche date le tempistiche strettissime della legge di bilancio. Lo scontro vero è sulla flessibilità dopo Quota 102. Salvini ha fatto della pensione anticipata a 41 anni di contributi il suo cavallo di battaglia, ma come indicato da molti la misura non è sostenibile sul lungo periodo.
Meloni quindi sembra aver elaborato una controproposta, una sorta di Opzione Uomo. Simile a opzione donna, questa pensione anticipata permetterebbe di andare in pensione attorno ai 59-60 anni, ma con un ricalcolo in senso contributivo dell’assegno e quindi un netto taglio dell’importo della pensione. Si calcola una cifra attorno al 30%, ma potrebbe essere anche più alta guardando all’esempio di Opzione Donna.
Marco Piuri, direttore generale di FNM S.p.a., racconta di aver scelto di lasciare l’incarico in…
Gli integratori alimentari Solisa sono integratori naturali che provengono dalle montagne del Massiccio del Pollino,…
L’Inghilterra è la patria della lingua inglese, la più utilizzata nel mondo del lavoro e…
I Buoni Fruttiferi Postali sono garantiti dallo Stato italiano ma il pericolo di perdere soldi…
I consumatori sono in pericolo, Conad annuncia un richiamo per salmonella. Non bisogna consumare il…
Nei prossimi mesi verranno erogati nuovi incentivi auto, per tutelare le aziende e favorire l'incremento…