Nessun aumento delle bollette, finalmente una buona notizia per le famiglie italiane. Le società di fornitura dei servizi energetici per le utenze domestiche non potranno incrementare i prezzi.
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e l’Autorità di Regolazione per l’Energia, Reti e Ambiente sostengono il freno imposto alle società fornitrici di servizi energetici.
Il Decreto Aiuti Bis pubblicato in Gazzetta lo scorso 21 settembre stabilisce importanti cambiamenti per le società fornitrici e i clienti contribuenti. Le modifiche si possono leggere nell’articolo numero 3 e rappresentano una tutela per i cittadini. Naturalmente non fermeranno l’arrivo di bollette onerose ma serviranno per impedire che la situazione possa degenerare ulteriormente. Il freno viene posto sulle pratiche adottate dalle compagnie per modificare in maniera unilaterale i contratti di fornitura dell’energia elettrica e del gas degli utenti. Per quanto possa sembrare una pratica poco legale, l’operazione era del tutto lecita perché scritta in piccole clausole nei contratti stipulati tra le parti. Ora le aziende non potranno più agire in questo modo.
I contratti delle utenze domestiche includono delle clausole che prevedono la possibilità per le società fornitrici di modificare unilateralmente alcuni aspetti del contratto stesso. Ad esempio il prezzo da pagare per la materia prima. Ciò significa che l’importo può crescere esponenzialmente senza che il contribuente ne sia al corrente e senza che possa recedere dal contratto prima di dover pagare cifre esorbitanti.
Con il DL Aiuti Bis pubblicato ufficialmente in Gazzetta, tali clausole dovranno restare inutilizzate almeno fino al 30 aprile 2023. Le aziende non avranno più la possibilità di incrementare il corrispettivo che il cliente è tenuto a versare facendo leva su clausole del contratto o su fantomatiche motivazioni. Le condizioni di vendita non possono essere modificate a meno che non si tratti di un nuovo accordo tra le parti. Tutti gli utenti che hanno subito aumenti, dunque, possono ora contrastarli avvalendosi delle direttive dell’articolo 3 del Decreto Aiuti Bis. Il giudice ha, infatti, gli strumenti per poter dare ragione ai clienti.
La risposta è no, nessuna eccezione al divieto che impedisce alle imprese fornitrici di modificare aspetti del contratto iniziale. Un preavviso di aumento non avrà alcuna utilità, i prezzi non potranno essere incrementati in alcun modo. L’unica soluzione dalla parte delle imprese è proporre ai clienti dei cambiamenti inerenti agli aumenti dei costi di luce, gas e acqua. Una proposta che dovrà essere avanzata con largo anticipo rispetto ai tempi pensati per l’attuazione e che potrà essere messa in atto solo se accettata dal cliente.
Un’ultima via per le aziende è interrompere la fornitura ricorrendo ad un Giudice. Questa strada è percorribile solo dimostrando che i costi della fornitura sono insostenibili rispetto alle somme corrisposte dal titolare dell’utenza.
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