Dolori mestruali e congedi retribuiti, passi in avanti in Europa: Italia ferma

Negli ultimi tempi si parla sempre più spesso di dolori mestruali e congedi retribuiti. In Italia, la situazione è in stallo.

A inizio 2022, in Spagna, è stata approvata una legge che prevede la possibilità di accedere a un congedo retribuito di tre giorni al mese per dolori mestruali. Il congedo in questione prevede la possibilità di assentarsi dal lavoro per giustificato motivo, in caso di ciclo doloroso dimostrato clinicamente.

Dolori mestruali e congedi retribuiti
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La legge approvata in Spagna ha lo scopo di tutelare le donne lavoratrici permettendo loro di assentarsi dal lavoro in caso di ciclo particolarmente doloroso.

Per quanto riguarda la situazione, in Italia, possiamo dire che esiste una proposta di legge in cui si prevede l’introduzione del congedo mestruale. Tuttavia, la proposta è ancora in forma embrionale da quando è stato avviato il dibattito, nel 2016, su endometriosi e vulvodinia.

In merito alla legge approvata in Spagna, c’è da dire che essa contiene anche una riforma che riguarda il congedo parentale e l’aborto.

Dolori mestruali e congedi retribuiti: di cosa si tratta

In caso di approvazione della legge che permette di accedere al cosiddetto congedo mestruale, le lavoratrici, che soffrono di ciclo doloroso, potrebbero assentarsi per 3 giorni al mese. Trattandosi di un congedo, la lavoratrice non perderebbe la retribuzione a cui ha diritto.

In base alla proposta di legge in questione, possono usufruire del congedo mestruale le lavoratrici con contratto a tempo indeterminato o determinato, subordinato o parasubordinato. Inoltre, di diritto sarebbe riconosciuto equamente sia alle lavoratrici assunte a tempo pieno che a tempo parziale e non prevedrebbe distinzioni tra le dipendenti del settore pubblico e quelle del settore privato.

Ad ogni modo, la proposta di legge italiana è piuttosto chiara e fa riferimento al ciclo doloroso, come alla condizione patologica e invalidante conosciuta con il nome di dismenorrea.

Per avere diritto al congedo mestruale serve la certificazione medica che attesta la condizione clinica.

Da questo punto di vista, attualmente, la Spagna è pioniera, in Europa, in merito alle leggi che tutelano le condizioni derivanti del ciclo mestruale.

Tuttavia, in altri paesi esistono già leggi di questo tipo. È questo il caso del Giappone, dove il congedo mestruale esiste dal 1947. Fermo restando che, numeri alla mano, sono poche le donne che beneficiano di questo diritto per timore di essere discriminate.

Anche in India sono stati riconosciuti 10 giorni di congedo mestruale all’anno, per le dipendenti di una nota società di consegna di cibo a domicilio.

Che cos’è la dismenorrea?

Da un punto di vista clinico, la dismenorrea è il termine che indica i dolori mestruali, ovvero un dolore localizzato nel basso ventre che si manifesta prima dell’inizio delle mestruazioni.

Le persone che soffrono di questo disturbo lamentano un dolore localizzato e acuto. Non si tratta di una vera e propria patologia, bensì di un disturbo molto comune della sindrome premestruale

Le cause che determinano il problema possono essere molteplici; generalmente sono legate ad una condizione ormonale legata ai cicli ovulatori e, più nello specifico, ad un’eccessiva produzione di prostaglandine. Tale ormane è responsabile di forti contrazioni uterine. Tuttavia, la dismenorrea può essere il segnale di altre patologie più gravi come endometriosi, infiammazioni delle tube o delle ovaie, adenomiosi, la presenza di fibromi o polipi all’utero o alla cervice.

Congedo mestruale: ecco come funziona

Sebbene non ci sia ancora una legge che riconosca il diritto di assentarsi dal lavoro, alle lavoratrici che soffrono di dismenorrea grave, cerchiamo di capire in cosa consiste il congedo mestruale.

Stando a quanto riportato dalla legge spagnola, è possibile capire che il congedo mestruale è riconosciuto per tre giorni al mese in presenza di una particolare sindrome. Questa, però, deve essere certificata e accertata da un medico.

In sostanza, la lavoratrice colpita dalla condizione invalidante deve presentare un certificato che attesti la presenza di dismenorrea o di altre patologie o di disfunzioni relative al ciclo mestruale. Dunque, il congedo mestruale non sarebbe riconosciuto indistintamente a tutte le donne lavoratrici. Ma solo alle dipendenti che vivono una condizione invalidante, a causa dei forti crampi legati al ciclo mestruale.

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