In Ue la prossima settimana il Consiglio Europeo discuterà della possibilità di inserire un tetto al prezzo del gas. Vediamo nel dettaglio cosa sta succedendo
La situazione sul fronte del gas si fa sempre più critica nel vecchio continente, eppure i leader non riescono ancora a trovare un’intesa riguardo una proposta che per la prima volta era stata lanciata alcuni mesi fa da Mario Draghi.
Il premier italiano infatti già in tempi non sospetti aveva sollecitato l’Ue a riflettere sul fatto che un tetto al prezzo del gas era l’unica soluzione possibile contro un caro bollette ormai fuori controllo. Una proposta convincente sotto molti aspetti, ma che è stata accolta con freddezza dalla Commissione, timorosa che una mossa di questi generi scoraggi i produttori che si propongono di essere un’alternativa a Putin.
Ma non solo, perchè ci sono poi le resistenze singole degli stati membri, in particolare delle nazioni nord europee, che abbiamo imparato a conoscere come fronte politico dei falchi, ovvero di coloro che propugnano una linea di contabilità economica rigorosa e aperta al libero mercato anche in tempi di crisi.
Qualche passo in avanti è però stato fatto. In una delle sue ultime conferenze stampa, Ursula Von der Leyen, ha spiegato che al prossimo Consiglio europeo, si dovrebbe trovare un’intesa di massima sul price cap, ma che per il momento, occorre ancora molta prudenza sul tema. Anche perché si tratta di una misura che si applicherà soltanto a determinati contesti, e dunque non sarà “totale” come aveva proposto inizialmente Draghi. Da quanto si appende inoltre, il price a cui sta lavorando il consiglio avrà anche una durata temporale massima di tre mesi, per poi introdurre a partire dalla prossima primavera un nuovo indice di riferimento.
Va comunque precisato che nella prossima riunione del Consiglio Europeo non si parlerà soltanto di price cap: saranno anche tante altre le questioni sul tavolo a Bruxelles, come ad esempio quella di rendere obbligatori gli acquisti comuni per le nazioni europee sul fronte del ags, per un minimo pari al 15 per cento del volume totale d’acquisto dei singoli stati membri. Su quest’ultima proposta, la Von der Leyen in conferenza stampa si è dimostrata molto più ottimista rispetto al price cap, spiegando che vi è grande predisposizione da parte delle nazioni Ue a dare seguito a questa idea. Per quanto invece riguarda il price cap, i falchi stanno lavorando affinché questa proposta venga eliminata dalle bozze del prossimo consiglio europeo, e si tratta di una partita ancora tutta da giocare.
Intanto a largo della Spagna, si sta giocando una partita molto importante per questa guerra del gas che Putin sta conducendo contro l ‘Occidente, in risposta alle sanzioni varate in seguito all’invasione dell’Ucraina. Ci sono infatti una decina di navi che trasportano gas liquefatto, Lng, ferme sulla costa in attesa di poter consegnare il loro carico.
Si trovano sulle coste spagnole in quanto parliamo della nazione che al momento possiede nel vecchio continente la maggiore capacità di rigassificazione, con sei impianti presenti sul territorio nazionale. Impianti che fino ad adesso hanno lavorato al massimo delle potenzialità, che sono stati comunque rallentati dal caldo di questi mesi, molto anomalo se paragonato allo scorso decennio.
Naturalmente queste nuove forniture arrivano a un prezzo molto più alto di quello che l’Ue era solita pagare a Mosca, e anche qui torna ancora una volta la questione del price cap. Per quanto tempo il vecchio continente potrà continuare a comprare gas da altri produttori a un prezzo maggiorato? Il costo di luce e gas non smette di salire e milioni di consumatori in Europa stanno rischiando di avvicinarsi sempre di più alla soglia della povertà.
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