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Parole che fanno male, le frasi da non dire mai ai propri figli

Published by
Valentina Trogu

Le parole possono fare male più delle azioni. Occorre sempre tenerlo a mente quando si parla o si sgridano i figli.

Frasi dette al momento sbagliato o con un tono irriverente possono danneggiare la psiche dei bambini e dei ragazzi senza che ce ne rendiamo conto.

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Parlare per dare aria alla bocca non è semplicemente un modo di dire ma una constatazione che, a volte, alcune persone farebbero meglio a tacere. Noi per primi quando le parole sfuggono prepotentemente perché legate ad uno stato d’animo arrabbiato, inquieto o frustato. Possono fare male tanto quanto i gesti. L’attenzione deve essere massima specialmente quando l’interlocutore è un bambino o un adolescente. Spesso frasi sbagliate possono colpire duramente la psiche dei ragazzi e provocare danni nella costruzione dell’io. Non si dovrebbe mai dimenticare che le parole possono ferire al pari di una lama tagliente e mortificare l’animo. Inoltre, il modo in cui si dicono le cose predispone l’altro verso un atteggiamento predisposto all’ascolto o, al contrario, verso una chiusura dei canali comunicativi. Dire al figlio di riordinare la stanza, rimproverare per un ritardo o un brutto voto, il tono usato inciderà profondamente sulla risposta del bambino o ragazzo.

Parole che fanno male da non dire mai

La migliore comunicazione è quella assertiva. Toni calmi, parole che spiegano e non nascondono giudizi. I figli, soprattutto i più piccoli, quando ascoltano i genitori credono fermamente in ogni loro parola. Hanno una fiducia incondizionata in ciò che dicono, nel bene e nel male.

La rivista di Scienze Psicologiche e Neurobiologia riporta, proprio con riferimento alla comunicazione da utilizzare con i bambini, le dieci frasi che la dottoressa Pepe ha indicato come “tossiche”. Iniziamo da “Se fai così non ti voglio più bene“. L’impatto sul figlio è devastante, genera insicurezza e dubbi sull’affetto dei genitori. Si addosserà colpe inesistenti per ogni piccolo accadimento e crescerà con uno stress emotivo sempre più grande.

Faccio io, tu non sei capace” è una frase che esprime un giudizio percepita da bambino come “non vali niente”. Dire “Sei cattivo, gli altri bambini sono più buoni” farà crescere con la convinzione di essere veramente cattivo e di non avere la fiducia e l’approvazione di mamma e papà. Occorre spiegare quali sono i comportamenti corretti e perché invece di tacciare il figlio di cattiveria esprimendo un confronto con altri bambini.

Continuiamo con le frasi tossiche

Tuo fratello/sorella si comporta bene perché tu no?”. Anche in questo caso si esprime un giudizio, si pone un confronto inutile dato che ogni persona è diversa, con pregi e difetti che la rendono unica. Il paragone demoralizza il bambino che si sentirà costantemente inferiore agli altri e alla ricerca di un miglioramento spingendo a non accettarsi per come è.

Tra le parole che fanno male “Vai via” “Non ho tempo”, “Ora non disturbarmi”. Succede che si giunga all’esasperazione a causa dello stress della vita quotidiana ma allontanare il figlio non è corretto. Crescerà con la convinzione che non si ha tempo per lui e da adolescente difficilmente comunicherà con i genitori.

E ancora parole che fanno male

Mai esprimere, poi, opinioni negative sull’aspetto fisico o denigrare i momenti di debolezza come quelli di un pianto. Manifestare emozioni è giusto e non bisogna far vergognare di questi comportamenti. “Sei come tuo padre/madre” con riferimento ad un tratto negativo del carattere è un errore. Si annulla l’identità e si carica di responsabilità altrui.

Infine le ultime due frasi che annientano il bambino. “Non ho tempo, lasciami stare” e “Non ne posso più di te“. La prima è una forma di rifiuto che mai nessuno dovrebbe provare in tenera età. La negazione dell’affetto percepita lo farà crescere insicuro, spaventato e timoroso. La seconda frase è forse la peggiore di tutte. Siamo oltre al rifiuto, il bambino viene mortificato, si sente di troppo, un peso e questa sensazione graverà pesantemente sulla sua personalità e sui suoi pensieri da adolescente e adulto.

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Valentina Trogu

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