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Pellet, il trucco per non farvi ingannare: serve solo un bicchiere d’acqua

Published by
Matteo Runchi

Con la crisi energetica molte famiglie italiane si stanno convertendo a metodi di riscaldamento alternativi. Tra questi la biomassa è quella che ha maggior diffusione, e le stufe a pellet si stanno diffondendo sempre più nelle case degli italiani.

Ma per assicurarsi che la propria stufa scaldi adeguatamente è importante scegliere il pellet giusto.

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Non una cosa facile, dato che certificazioni ed etichette possono confondere, specialmente se si è nuovi nel mondo delle stufe a pellet. Tra ceneri e sostanze chimiche, ecco come riconoscere, dall’etichetta e da altri segni, la qualità del proprio combustibile per stufe o caldaie.

Pellet, cos’è e da cosa dipende la qualità

Il pellet non è alto che legno macerato e pressato. Si può ricavare da diverse fonti. Si possono tagliare alberi appositamente per produrre il combustibile, metodo rapido di produzione e economico ma non molto ecologico. Oppure si può utilizzare il legno di recupero, che però potrebbe essere contaminato da sostanze chimiche derivanti da trattamenti legati all’utilizzo che ne veniva precedentemente fatto. Infine si può ricavare il pellet dagli scarti di lavorazione del legno. Questo crea il combustibile più economico e ecologico.

Ma quello che determina la qualità del combustibile non è tanto la composizione, ma quanto di ciò che compone il carburante si trasforma in calore, e quanto i cenere. Il pellet è un materiale dall’altissimo potere calorifico, che crea quindi poche ceneri. Meno ceneri crea un pellet, più la qualità di esso è alta. È quindi meglio acquistare un combustibile che crea poche ceneri e costa qualche euro in più, piuttosto che uno che costa meno ma crea moltissima cenere.

Ogni grammo di cenere creato è calore in meno che la propria stufa ha rilasciato nella stanza, o acqua in meno scaldata dalla propria caldaia. Le ceneri sono quindi il fattore principale da tenere a mente per la scelta del pellet all’acquisto.

Etichette e bicchieri d’acqua

Non c’è però bisogno di pesare la cenere creata dal proprio pellet per capire la qualità del combustibile. Esistono etichette che aiutano il consumatore nella scelta, e che derivano da agenzie di certificazione. La più importante è l’etichetta EN Plus, che certifica quanto del vostro combustibile diventa cenere.

Esistono tre categorie, A1, A2 e A3. I Pellet A1 sono i migliori, e soltanto lo 0,7% del suo peso diventa cenere. L’A2 è la categoria di mezzo, con una percentuale di ceneri del 1,2%. Sopra a questa percentuale, ma fino al 2%, c’è la categoria A3, il meno pregiato dei pellet.

C’è però anche un modo molto pratico di capire se il proprio combustibile è o no di buona qualità, ed è la prova del bicchiere d’acqua. Il pellet è fatto di legno macerato e pressato, e meglio è pressato maggiore è la sua qualità. Se un pellet è ben pressato si capisce immediatamente da quanta polvere di legno c’è della confezione.

Più polvere di legno significa un combustibile di bassa qualità. Se c’è poca polvere, si può provare ad immergere il pellet in un bicchiere d’acqua. Se si sgretola, significa che era pressato male, e che quindi era di bassa qualità. Se l’acqua rimante invece limpida, significa che il combustibile è ben compatto e di alta qualità.

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Matteo Runchi

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