Alcune tipologie di termosifoni fanno aumentare drasticamente i consumi andando ad incidere notevolmente in bolletta. Scopriamo quali.
Riscaldarsi il prossimo inverno significherà per tante famiglie pagare bollette salate soprattutto se in casa ci sono questi termosifoni.
Ottobre si avvia verso la conclusione e tutti noi sappiamo cosa questo significhi. Presto il tepore autunnale sarà solamente un lontano ricordo e le giornate cominceranno ad essere fredde e uggiose. L’unico desiderio sarà rimanere al calduccio in casa, coccolati dal tepore dei riscaldamenti e da una gustosa cioccolata calda. Un sogno ad occhi aperti che, probabilmente, potrebbe rimanere tale – solo un sogno – per tante famiglie. Con i costi del gas in continua risalita tenere accesi i termosifoni significherà dover pagare bollette dagli importi stellari. Chi non ha potuto svoltare in direzione delle stufe a pellet o del fotovoltaico si ritroverà a dover accedere l’impianto tradizionale seguendo, tra le altre cose, le direttive del Governo su durata e temperature. La batosta maggiore, però, arriverà a chi ha in casa un particolare tipo di termosifoni. Vediamo quale.
Due fattori incidono in bolletta, il colore del gas e la tipologia di termosifoni presenti in casa. Il colore permette di comprendere la purezza del gas. Quello classico, azzurro, potrebbe virare in alcuni casi verso l’arancione o il giallo. Ciò significherebbe che il metano è impuro e che l’azienda produttrice potrebbe rifornire gli utenti di gas non pulito e di minore qualità (una truffa, non c’è altra definizione). Volendo pensare alla buona fede del produttore, il problema del cambio del colore potrebbe essere dovuto ad una pulizia inadeguata degli ugelli o ad una cattiva manutenzione.
Per quanto riguarda la tipologia dei termosifoni, poi, la più diffusa nelle case italiane è quella in ghisa. Si tratta di prodotti alquanto economici in termini di acquisto ma inefficienti da un punto di vista energetico. Consumano, infatti, molto più rispetto a modelli più recenti. I termosifoni in alluminio e acciaio, dunque, permettono un risparmio maggiore dato che hanno minori consumi.
In linea generale un termosifone in ghisa a tre prezzi può costare dai 50 ai 250 euro in base alla qualità scelta. I termosifoni in alluminio costano dai 100 ai 200 euro ma la cifra può salire optando per i termoarredi. Infine, i riscaldamenti in acciaio hanno un prezzo più elevato, tra i 200 e i 300 euro.
Decidendo di cambiare i termosifoni in tutta casa si arriverebbe ad una spesa importante, in media 600/800 euro. Con questa cifra si potrebbe acquistare una stufa a pellet, ecologica e dai consumi ridotti dato che non utilizza gas bensì pellet. Le bollette sarebbero molto più leggere e l’investimento iniziale presto recuperato.
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