Occhio ai prestiti ai parenti, in quanto in alcuni casi si rischia di finire sotto la lente di ingrandimento del Fisco.
Prestare del denaro ai parenti è ovviamente possibile, ma attenzione. Se non si presta attenzione a questo particolare si rischia di finire sotto la lente di ingrandimento dell’Agenzia delle Entrate. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
L’anno in corso non si rivela essere di certo dei più prosperi. Tanti e diversi, purtroppo, sono i fattori che hanno un impatto negativo sulle nostre tasche, come ad esempio il caro energia. A tal proposito abbiamo già visto come molte e diverse siano le soluzioni per contrastare il caro bollette e ridurre i consumi elettrici e di gas.
Un contesto storico particolarmente complicato, che porta molte persone a riscontrare delle serie difficoltà ad arrivare alla fine del mese. Da qui la decisione di molti di chiedere dei soldi in prestito ad amici e parenti. Un gesto molto comune, che non bisogna però sottovalutare.
Se non si presta attenzione a certi particolari, infatti, si rischia di finire sotto la lente di ingrandimento dell’Agenzia delle Entrate. Ma per quale motivo e soprattutto cosa fare per evitare di incorrere in inutili rischi? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
Come già detto, prestare dei soldi a dei parenti è ovviamente possibile. Allo stesso tempo, però, non bisogna mai abbassare la guardia, in quanto in caso contrario si rischia di incorrere in degli spiacevoli inconvenienti. In assenza di un giustificativo, infatti, i soldi dati in prestito a un’altra persona possono finire per attirare l’attenzione dell’Agenzia delle Entrate.
Quest’ultima, in particolare, potrebbe considerare la somma di denaro in questione come ricavo non dichiarato e richiedere pertanto il pagamento delle relative tasse. Se tutto questo non bastasse, non mancano contenziosi tra gli stessi parenti, con persone della famiglia che possono richiedere la restituzione a chi ha ricevuto i soldi in prestito. Una situazione, quest’ultima, che si verifica in genere in caso di decesso del soggetto che ha prestato i soldi e vi sono altri eredi.
Onde evitare di incorrere in queste spiacevoli situazioni, pertanto, si consiglia di redigere una scrittura privata. Quest’ultima, per essere valida, deve essere redatta in base ai criteri di legge e soddisfare i requisiti di privatezza e autenticità. Entrando nei dettagli, deve riportare quantomeno le seguenti informazioni, ovvero: dati personali dei soggetti coinvolti, importo del prestito e se quest’ultimo è stato erogato a titolo gratuito o se prevede la corresponsione di interessi.
Ma non solo, eventuale termine ultimo per restituire i soldi, modalità di pagamento e firma. Una volta scritta, la scrittura privata deve essere registrata. Questo avviene attraverso il versamento di un’imposta di bollo pari a 16 euro per ogni quattro facciate del contratto e l’imposta di registro pari al 3% della somma di denaro oggetto di prestito. In ogni caso, la scrittura privata tra parenti, per avere valore legale, deve essere autenticata da un notaio.
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