L’inflazione sta erodendo i risparmi degli italiani, abituati da anni di tassi a zero ad accumulare denaro nei conti correnti.
Ogni mese perdite invisibili riducono il patrimonio in denaro liquido delle famiglie, cifre anche piuttosto alte, e la situazione non sembra destinata a migliorare a breve.
Prezzi sempre più alti rendono il denaro liquido un asset rischioso, un pessimo modo per risparmiare. L’avversione all’investimento, tranne alcune eccezioni, degli italiani rende poi i conti correnti pieni facili bersagli dell’erosione della ricchezza dovuta all’andamento dei prezzi. Ecco quanto può perdere in un anno una famiglia, e come ci si può difendere dall’inflazione.
Parole come perdita del potere d’acquisto, inflazione ed erosione del risparmio sono tornate al centro del dibattito pubblico dopo anni in cui erano sparite. Dalla crisi del 2008 infatti la situazione economica era tale che eventi di questo tipo avevano smesso di verificarsi. Ma cosa sta succedendo in parole semplici.
Per inflazione si intende l’aumento dei prezzi. Può essere dovuto a diversi fattori, principalmente ad un aumento della domanda e ad una riduzione dell’offerta. Se un bene è molto richiesto, costerà di più, mentre se nessuno lo vuole costerà di meno. Allo stesso modo se questo bene è molto raro, ottenerlo sarà più difficile e quindi più costoso che non se si trova a disposizione di tutti.
Ma come fa l’inflazione ad erodere i risparmi dei conti corrente? Infondo anche se l’inflazione sale, se non spesi i soldi sul conto rimangono gli stessi. Questo è vero, ma il valore di quei soldi diminuisce. Per fare un esempio, a gennaio 2020 un’auto costava 10.000 euro. Ora, dieci mesi dopo, a causa dell’inflazione ne costa 11.000. Se nel proprio conto corrente si sono mantenuti gli stessi 10.000 euro, ad inizio anno questo compravano un’automobile ma pochi mesi dopo non sono più sufficienti. Hanno perso valore.
L’inflazione è per certi versi e entro certi parametri un processo normalissimo, che indica anzi una crescita economica. Solitamente si ritiene che un tassi di inflazione sano si aggiri tra il 2% e il 3%. A settembre, secondo i dati ISTAT, in Italia l’aumento dei prezzi al consumo è stato dell’8,9%.Troppo alto, ragion per cui le banche centrali hanno iniziato ad alzare i tassi di prestito. Questo rallenta la circolazione di denaro, che in questo caso funziona come un bene qualsiasi: meno ce n’è in circolazione più vale.
I conti corrente hanno tassi di interesse bassissimi e costi che di fatto li annullano. Per difendere i propri risparmi dall’inflazione l’unico modo è investirli. Purtroppo gli italiani hanno una certa avversione nei confronti del rischio finanziario che deriva inevitabilmente dagli investimenti. Per superare questa diffidenza però, si può fare un semplice ragionamento.
Tenere i propri soldi nel conto corrente è una condanna. Nell’ultimo anno un italiano con 10.000 euro sul conto corrente ha perso quasi il 9% del suo patrimonio in denaro liquido, 890 euro dissipati nel nulla. Se li avesse investiti in un asseto che nell’ultimo anno ha perso il 5% del proprio valore, un investimento pessimo insomma, avrebbe comunque risparmiato 390 euro. Messo in questa prospettiva anche investire i propri soldi in titoli non molto redditizi è comunque meglio che lasciarli sul conto corrente.
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