Una spesa sempre più frequente, anche se l’ondata dei rincari non ha risparmiato nemmeno il pellet. In tutte le sue qualità.
La corsa dei prezzi di luce e gas ha attirato enormemente l’attenzione sulle fonti alternative. In un’ottica non tanto di risparmio immediato, quanto di ammortizzamento delle spese sul lungo periodo.
Perché in fondo, al di là delle prestazioni, l’impianto di un fotovoltaico piuttosto che di una stufa a pellet rappresenta comunque un costo da sostenere. Con alcune differenze sostanziali rispetto ai tradizionali dispositivi di gestione delle utenze, se non altro in termini di consumo effettivo. Il pellet, ad esempio, ha ottenuto un ampio successo, nonostante l’ondata dei rincari non lo abbia risparmiato. L’obiettivo dei consumatori, infatti, è quello di sostenere lo sforzo economico necessario per installare una stufa per poi sopperire all’uscita con una riduzione della bolletta. Strategia in discreta parte funzionante anche se non utilizzabile in tutti i contesti. Anche perché, in senso generale, il gas resta più performante in fatto di produzione energetica e, alla lunga, persino più conveniente considerando i rincari subiti dal combustibile.
A proposito di combustibile, per chi ha scelto di sposare la causa del pellet, qualche distinguo va fatto. Perché il materiale in questione differisce a seconda del legno utilizzato e dei processi di lavorazione, rendendolo in qualche modo divergente anche in termini di performance. Ad esempio, per quel che riguarda il pellet in sé, si ragiona in un’ottica di qualità. Anche se individuare differenze sostanziali fra canapa e nocciolino (i più utilizzati) resta difficile nell’ambito prettamente performante. In questo caso, infatti, la differenza è più di tipo economico. Occhio però a non affidarsi a chiunque. I rincari vissuti in questi mesi hanno portato molti consumatori a tentare di dribblare le spese aumentate affidandosi agli acquisti online. Mossa non sempre fortunata, visti gli altrettanto numerosi tentativi di truffa.
Pellet, le differenze fra una qualità e l’altra: quale conviene di più
Per tentare di ovviare all’impatto dei rincari in bolletta, si è deciso di adottare misure abbastanza drastiche, che andranno a influenzare direttamente la gestione dell’energia in ambito domestico. Meno ore per i riscaldamenti, un grado in meno sul termostato e accensione parsimoniosa della luce. Tutte strategie volte a far sì che l’effetto diretto dei rincari sia meno doloroso del previsto, anche a fronte di una revisione delle percentuali di rialzo che le ha rese meno terrificanti del previsto. Sta di fatto che il taglio c’è, anche se le temperature, ora come ora, sembrano essere clementi con i contribuenti. Un dettaglio per cui si può tutt’altro che stare tranquilli ma questo è un altro discorso. All’orizzonte si profila un inverno complicato, nonostante le misure annunciate. Con lo spettro dei “lockdown energetici” che non viene risparmiato, ormai da tempo.
Qualora le cose dovessero mettersi male, i Governi hanno disposto piani di emergenza drastici, dal distacco programmato dell’elettricità fra dicembre e gennaio, riattivazione del carbone o, in alternativa, stop alle attività industriali. Un quadro estremamente critico. Anche perché la strategia del non consumo o del consumo ridotto potrà funzionare fino a un certo punto. In questo senso, anche le alternative aiutano poco. Con il pellet rincarato, poi, il quadro del risparmio si è decisamente assottigliato, non dimenticando che investire in questa fonte di combustione richiede comunque un esborso economico.
Ecco perché anche determinare una tipologia migliore di questo materiale diventa complicato. A livello tecnico, il pellet di canapa deriva dalla lavorazione del gambo di questa, trasformato opportunamente per diventare combustibile. Quello di nocciolino, invece, deriva dai noccioli di frutti specifici, soprattutto oliva. Il primo richiede sforzi economici minori per la produzione, mentre il secondo è maggiormente adatto alla produzione del calore. Con la discriminante della sua consistenza granulare, diversa da quella del pellet classico. Tutti e due sono comunque accomunati da un rincaro comune. Occhio quindi. Il risparmio c’è ma, come tutto nei mercati di oggi, è abbastanza relativo.