Una delle dinamiche forse più temute dai cittadini, soprattutto, poi in una fase tanto complessa come quella che viviamo.
L’incubo ricorrente, si può dire con estremo realismo, per ogni cittadino italiano è quello di ritrovarsi tra le mani una temutissima cartella esattoriale. Tempi bui quelli che viviamo in questa particolare fase storica. Tempi che ci ricordano quanto possa essere effettivamente traumatico vivere una condizione di profonda ristrettezza economica. Momento da non sottovalutare per la tenuta de paese, sotto moltissimi punti di vista. Oggi più che mai occorrono, di fatto, certezze.
Di fronte alla possibilità di ricevere prima o poi una cartella esattoriale inerente magari il mancato pagamento di una multa o per pendenze fiscali i cittadini sarebbero pronti a qualsiasi tipo di atteggiamento pur di evitare, in alcuni casi il terribile rischio di ritrovarsi di fronte ad una situazione senza apparente via d’uscita. Quello che succede in certi casi, spesso non risponde propriamente a quello che si vorrebbe o meno fare.
La realtà dei fatti vede i cittadini sempre più soggetti a certe dinamiche, imbrigliati, cosi come la situazione di fatto certifica in una condizione complessa che nella maggior parte dei casi, purtroppo non consente di gestire il tutto secondo le scadenza prefissate. Ovviamente facciamo riferimento a pagamenti di qualsiasi genere. Questioni fiscali e non. Tutto quello che potrebbe vedere ad un certo punto l’Agenzia delle entrate in prima fila.
Cosa potrebbe accadere in determinati casi, provando magari a non ritirare una cartella esattoriale, immaginando quindi un finale diverso da quello dato per scontato, in un certo senso. La realtà dei fatti è ben diversi, non può di certo essere tutto semplificato fino ad arrivare ad una semplice accettazione. Il risultato è un dubbio persistente che avvolge dunque milioni di italiani. Cosa si fa in certi casi? Quanto è realmente possibile evitare un pagamento?
Una cartella esattoriale, un atto ingiuntivo di pagamento, oppure l’avviso di procedure di esecuzione forzata in corso. Il dubbio insomma è tutto li, ritirare o meno la notifica, certificare o meno la presa d’atto del contenuto rivolto al cittadino. Il tutto insomma potrebbe sintetizzarsi alla stregua di un falso mito. Niente di tutto ciò è di fatto vero. Pensare che tutto possa risolversi in quel modo è sicuramente molto ingenuo da parte del cittadino.
Cartelle esattoriali, i dubbi dei cittadini: come si gestisce la giacenza della notifica
Nel caso in cui, il postino incaricato della consegna della notifica in questione, dovesse non trovare alcun destinatario disposto a ritirare la stessa, si passa ad un periodo di giacenza della durata di 30 giorni. In quel caso nella casella postale dello stesso cittadino interessato sarà inserita, dal postino stesso, un avviso di giacenza. A questo punto, l’interessato dovrà recarsi presso l’ufficio Postale della zona per ritirare la stessa notifica. Se ciò non dovesse accadere l’atto tornerà di fatto al mittente e si passerà alla compiuta giacenza. In quel caso, lo stesso atto risulterà notificato.
A quel punto tutte le procedure successive partiranno cosi come da copione. Nel caso in cui invece il cittadino dovesse rifiutarsi di ritirare la notifica si passerà direttamente alla concezione di avvenuta consegna, evitando i 30 giorni di giacenza. Non accettare una raccomandata con relativa notifica insomma non vuol dire evitare il pagamento, anzi. L’atteggiamento migliore da adottare è quello di ritirare sempre le notifiche a nostro carico e poi nel caso di valutarle. Non si risolve tutto con la mancata ricezione o con un vero e proprio rifiuto.
Il falso mito, di fatto è sfatato. Accettare sempre notifiche a nostro carico è la mossa migliore. Eventuali contestazioni o prese di posizione arriveranno, nel caso, successivamente alla ricezione dello stesso atto. Questo è quanto. Resistere ad una consegna, in questo specifico caso porta davvero a poco e di certo non risolve affatto il problema.