Il lavoratore che si licenzia cosa può percepire tra Naspi e TFR, misure solitamente previste dopo la conclusione di un rapporto di lavoro?
Scopriamo cosa stabiliscono le Leggi in vigore in relazione alle indennità percepibili da un lavoratore che si licenzia.
Decidere di licenziarsi non è semplice per il lavoratore soprattutto in assenza di altre prospettive ma spesso è una scelta obbligata. Nel momento in cui il lavoro risulta opprimente, non gratificante o complicato da gestire, per esempio, può essere indispensabile cambiare aria sia a livello fisico che mentale. La propria salute dovrebbe essere sempre una priorità sebbene solo un’occupazione consente di avere i soldi per vivere. Ci sono casi in cui licenziarsi è giustificabile come quando il datore di lavoro non paga la retribuzione oppure non versa i contributi. La giusta causa si riscontra anche in seguito a comportamenti di mobbing oppure qualora il capo inoltrasse richieste di prestazioni illecite al lavoratore. Il riconoscimento di una motivazione valida alla base della decisione di licenziarsi è fondamentale per poter ottenere la Naspi, l’indennità di disoccupazione. In caso contrario la misura non si potrebbe ottenere perdendo, così, un’entrata mensile importante.
Il lavoratore che si licenzia a cosa andrà incontro
La Legge stabilisce che la Naspi spetta unicamente in caso di perdita del lavoro involontaria. Licenziarsi, dunque, non è ammissibile a meno che dietro non ci sia una giusta causa riconosciuta dalla normativa. Altra condizione è aver maturato tredici settimane di contribuzione negli ultimi due anni e svolto 30 giorni minimo di lavoro effettivo nell’ultimo anno.
Per quanto riguarda il licenziamento per giusta causa i motivi accettati sono aver subito molestie sessuali sul luogo di lavoro, modifiche peggiorative delle mansioni lavorative o delle condizioni di lavoro. Rientra nella giusta causa la mancanza di pagamento dello stipendio, il mobbing, lo spostamento da una sede all’altra senza comprovate ragioni tecniche, produttive e organizzative e il comportamento ingiurioso da parte del superiore gerarchico.
Il diritto al TFR si perde licenziandosi?
Il lavoratore che si licenzia senza giusta causa perde la Naspi ma non dovrà mai rinunciare al Trattamento di Fine Rapporto. Il Tfr è la somma di denaro accumulata durante il rapporto di lavoro, appartiene al dipendente e dovrà essere erogata indipendentemente dal motivo alla base del licenziamento. Due anni, dieci o venti anni, neanche la durata del rapporto lavorativo conta al fine di determinare il diritto al Tfr.
Concludiamo ricordando che, al momento, chi rimane senza lavoro e non percepisce la Naspi può chiedere il Reddito di Cittadinanza soddisfacendo i requisiti reddituali di accesso.