Lasciare l’Italia per andare a lavorare all’estero è ormai sempre più una consuetudine. Prima di partire però è bene ponderare la scelta del posto
In alcune città in giro per l’Europa le opportunità sono decisamente maggiori rispetto ad altre. Vediamo quali sono e che genere di inquadramenti offrono.
Partire per riconciare. Quanti italiani negli anni hanno intrapreso questa strada e tanti ancora lo faranno vista la situazione non propriamente rosea nel nostro paese. Spostandosi in altri paesi d’Europa ci sono maggiori opportunità di crescita per i giovani sia in termini professionali e soprattutto per quanto concerne gli stipendi.
Si tratta comunque di una decisione da prendere con la massima tranquillità, anche perché stravolge totalmente le proprie abitudini e impone la necessità di accantonare i vecchi rapporti per farsene di nuovi.
Lavorare all’estero: dove trasferirsi per poter trovare subito un’occupazione
A ciò bisogna aggiungere che non tutti i posti “sono meglio dell’Italia” sotto questo punto di vista. Partire tanto per farlo infatti potrebbe rivelarsi ancor più controproducente. La scelta va fatta in base alle opportunità che le località offrono e alle proprie inclinazioni.
Ad esempio secondo il sito movehub.com chi nutre l’ambizione di lavorare nel settore tecnologico guadagnando cifre importanti non può non prendere in considerazione Eindhoven. La città olandese vanta la presenza sul proprio territorio di aziende leader del comparto come Philips, PwC, Intel, BT, Huawei e ABB solo per citarne alcune. I salari possono arrivare oltre i 40.000 euro annui.
Un’altra importante chance la offre Tallin. La capitale dell’Estonia grazie all’iniziativa e-Residency, che consente di avere una residenza digitale senza doversi effettivamente trasferire, ha conquistato molti lavoratori anche per via del costo della vita decisamente più basso di altre città. Le migliori compagnie dove è possibile prestare servizio sono Skype, Transferwise, BLRT Group e LHV.
A chiudere il podio delle città dove trovare più facilmente lavoro c’è Amsterdam. Giovane, dinamica e con 80 startup considerate di successo. Le lunghe piste ciclabili e la sicurezza ne fanno un autentico gioiello di vivibilità. Chi vuole lavorare in Heineken, ING, Shell, Exor o Airbus non può che trasferirsi lì.
Più distaccate ci sono altre due grandi metropoli come Londra e Berlino. Probabilmente per quanto concerne le attività di svago possono offrire ancor di più delle città sopracitate e hanno più settori su cui puntare. Ad esempio il turismo è uno dei punti di forza, così come l’ambito dei media. Il salario medio nella capitale inglese è di 40.000 sterline all’anno e le aziende più rinomate tra cui scegliere sono Amazon, Facebook, Google e HSBC.
Lo svantaggio è che il costo della vita è piuttosto alto. L’abbonamento ai mezzi pubblici costa 160 sterline al mese mentre l’affitto di una stanza può arrivare quasi a 2.000 sterline in alcune zone. Certo gli stipendi sono rapportati, ma con questo trend si mette poco da parte.
Berlino invece è il paradiso delle start up. Ogni anno ne nascono almeno 500. Naturalmente ci sono anche i vecchi colossi come Siemens, Deutsche Bank, Mercedes-Benz e SoundCloud. Al pari di Londra non è propriamente economica, ma almeno consente di poter bere la birra a meno di 5 euro.