Tra bonus 150 euro e aumenti di vario tipo, anche gli stipendi di chi non ha un reddito basso potranno aumentare a dicembre.
Molti lavoratori godranno degli aumenti attivatisi per contrastare l’inflazione, che sta erodendo il potere d’acquisto delle famiglie italiane.
Sono diverse le contribuzioni allo stipendio da calcolare per capire quanto potrebbe aumentare il proprio stipendio. Oltre al bonus 150 euro e ad una possibile replica del bonus 200 euro a dicembre, ci sono la decontribuzione al 2%, il calcolo degli arretrati e la decontribuzione del welfare. Per queste ragioni, anche chi prende stipendi molto alti potrà giovare degli aumenti di questo mese di dicembre.
Partendo dai redditi bassi, tra novembre e dicembre arriverà l’ultimo regalo del governo Draghi contro l’inflazione e il caro energia. Il bonus 150 euro spetta infatti a tutti coloro che hanno un ISEE inferiore ai 20.000 euro annui, oltre che ai percettori del reddito di cittadinanza. Questo bonus una tantum, che partirà a novembre, verrà lentamente elargito a diverse fasce di popolazione che ne hanno diritto.
Come spesso accade i più difficili da raggiungere saranno coloro che non hanno uno stipendio da dipendenti, ma sono inquadrati in contratti di diverso tipo o sono lavoratori autonomi. Le partite IVA, gli assegnasti di ricerca, i lavoratori stagionali, i dottorandi e coloro che lavorano con un contratto di collaborazione dovranno richiedere il bonus sull’apposito portale, già sperimentato per il bonus 200 euro.
A dicembre poi potrebbe ripetersi la stessa prassi vista a luglio e a ottobre. Il governo Meloni potrebbe infatti decidere di rinnovare un’altra volta il bonus, tornando questa volta alla cifra di 200 euro. Rimane un’ipotesi sottesa all’approvazione della legge finanziaria, il bilancio dello stato con cui il nuovo esecutivo dovrà fare i conti da dicembre. Il presidente del consiglio non si è ancora espresso in tal senso, ma questa è una delle misure sul tavolo per far fronte alla crisi energetica.
Dicembre è sempre un mese atteso con ansia dai lavoratori dipendenti. Oltre allo stipendio normale infatti, ottengono la tredicesima, una mensilità ulteriore ideata per spingere i consumi sotto le feste e che però quest’anno arriva in soccorso di molte famiglie in una situazione economica precaria. Quest’anno poi, a dicembre, si verificheranno altri tre rimborsi che potrebbero aumentare gli stipendi tra i 50 e i 160 euro.
Il primo è la decontribuzione anticipata al 2%. Questa misura è l’anticipo di una norma che doveva entrare in vigore nel 2023. Prevista dal governo di Mario Draghi, aumenta con alcuni mesi d’anticipo l’aumento della decontribuzione degli stipendi dallo 0,8% al 2%, aumentando di conseguenza di qualche decina di euro gli stipendi dei lavoratori a seconda dell’importo percepito.
Questa decontribuzione è stata prevista da luglio ed è retroattiva. Questo significa che gli arretrati saranno presto pagati per tutti coloro che non hanno ancora ricevuto i vantaggi di questa misura. Infine bisogna calcolare anche la detassazione welfare, una misura che rimuove le tasse da vari benefici, come i buoni pasto o l’assistenza sanitaria integrativa, fornite dalle aziende ai lavoratori. La soglia possibile di rimborso si alza inoltre per questa misura da 258 a 516 euro al mese.
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