Sempre più cittadini, per una questione o per un’altra sono costretti ad indebitarsi. Spesso il tutto porta a profonde crisi interiori.
Negli ultimi tempi il problema dei cittadini con i soldi, se cosi possiamo definirlo è diventato per ceti versi sconfinato. Le problematiche di cui i nostri giorni sono più che mai gravidi mettono sempre al centro di tutto la disponibilità economica. Quella, senza alcun dubbio è la costante più rischiosa. Quando di parla di aumento dei prezzi, bollette raddoppiate e quant’altro improrogabilmente si va a finire in quel preciso contesto.
Il binomio crisi debiti è più che mai opportuno, considerarlo a priori all’interno di quella logica che va a colpire senza alcuna tregua milioni e milioni di cittadini. Oggi più che mai insomma il problema è legato alla scarsa disponibilità di contanti da parte degli stessi cittadini. Il motivo è semplice, aumenta ogni cosa, dai beni di prima necessità, ai servizi, alle bollette passando per il carburante, aumenta ogni cosa tranne che gli stipendi.
A quel punto come spesso accade il cittadino si vede costretto a contrarre dei debiti. Finanziarie ma non solo pronte a prestare soldi a chi ne ha bisogno spesso chiedendo scarse garanzie in cambio di interessi al limite del legale. In questa specifica condizione è troppo facile finirci. Sono milioni gli italiani che oggi in qualche modo si trovano a vivere una simile esperienza. In questa fase però il debito può avere numerose forme.
Tutti, in questi casi si chiedono in effetti come fare quando si è alla presa con troppi debiti. La risposta potrebbe arrivare il prossimo agosto quando entreranno in vigore quelle che sono le nuove soluzioni per il sovraindebitamento contenute nel Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza. Lo strumento in questione consente il risanamento in un certo senso di chi vive una situazione di profonda crisi.
Debiti, il cappio al collo dei cittadini: cosa prevede lo strumento in questione
Il pacchetto normativo in questione, che entrerà in scena il prossimo anno non si rivolgerà esclusivamente agli imprenditori ma anche agli stessi contribuenti. In molti casi la situazione inizia a precipitare nel momento in cui si effettuano troppe richieste di prestiti o si acquistano ad esempio oggetti a rate. Il sovraffollamento, per cosi dire di scadenze complica improrogabilmente la situazione.
Il sistema di norme in questione tende a rendere più che mai efficaci quelle che sono le procedure per chi vuole uscire da una pesante situazione debitoria. I punti centrali definiti dalle stesse norme sono di fatto i seguenti:
- l’elaborazione di principi generali
- il coordinamento organico tra la disciplina concorsuale e quella societaria con attenzione ai gruppi d’imprese
- l’estensione dell’area delle imprese soggette all’obbligo di dotarsi di un sindaco o revisore
- contestuale disciplina della crisi dell’impresa e di quella del debitore civile
- la maggiore responsabilizzazione degli organi di gestione e di controllo
- la previsione di forme di esdebitazione anche automatic
- previsione di nuove responsabilità dei professionisti
- la riduzione delle ipotesi di prededuzione e la riduzione della durata delle procedure concorsuali
- la riunificazione dei diversi procedimenti per l’apertura delle procedure di risoluzione della crisi o dell’insolvenza in un unico procedimento
- semplificazione dei criteri di quantificazione del danno nelle azioni di responsabilità verso gli organi di gestione e controllo
- la semplificazione o unificazione dei vari riti processuali
- la semplificazione o unificazione del sistema di notifiche con modalità telematiche
A ricoprire un ruolo assolutamente centrale in tutta questa operazione sarà l’Ocri, l’organismo di composizione della crisi di impresa. Questo, infatti si occuperà di fornire un sostegno più che efficace al contribuente in forte difficoltà con i creditori. Tale organismo è organizzato di volta in volta presso le Camere di commercio, ed è composto da tre membri che appartengono ad uno speciale albo, nominati tutti e tre dal tribunale, dal presidente della Camera di commercio e dall’associazione di rappresentanza dell’imprenditore. Il percorso in questione ha come fine principale il risanamento. In assenza di collaborazione però non ci sarà alcuno scampo per il debitore che si troverà di fatto coinvolto in un processo di liquidazione giudiziale. Meglio rendersi collaborativi, insomma, per il bene stesso del cittadino.