Sfidare la sorte non è solo fortuna. Dietro i biglietti dei Gratta e Vinci orbitano statistiche e variabili. A ragionarci, non si giocherebbe più…
I dati statistici non sono necessariamente un pilastro per i nostri giudizi ma, di sicuro, rappresentano un aiuto da tenere in considerazione. Se non altro come indicazione.
Se, di tanto in tanto, è necessario correre qualche rischio, anche a costo di andare incontro a scarse percentuali di probabilità di successo, in altri casi varrebbe forse la pena di interrogarsi un po’ più a fondo. Specialmente nel momento in cui si decide, più o meno frequentemente, di sfidare la sorte. Inutile girarci intorno: tentare di risolvere i propri problemi tentando frequentemente di agganciare il treno della fortuna tramite lotterie e giochi a premi vari, nella maggior parte dei casi (per non dire quasi tutti), significa incappare in delusioni. O, nel peggiore dei casi, in una dilapidazione senza riscontro dei propri soldi. E questo vale anche per i Gratta e Vinci, visto che difficilmente i giocatori, anche i più abituali, sono riusciti a vincere più di 100 euro.
Se durante la pandemia si era assistito a una fisiologica frenata, a partire dalle riaperture il ritmo di spesa per i giochi a premi è tornato ad aumentare. Chiaramente, la prospettiva di entrare in possesso di una grossa somma rappresenta uno stimolo costante. Specialmente in un momento di difficoltà economica come questo. In questi casi, però, tornano in aiuto le statistiche. O meglio, ciò che suggeriscono. E per quel che riguarda lotterie e Gratta e Vinci, i numeri parlano chiaro: le possibilità di portarsi a casa importi realmente rilevanti sono di poco superiori allo zero. E la fortuna c’entra davvero poco.
Gratta e Vinci e giochi a premi: i numeri che scoraggiano
La spesa media per i giochi è decisamente alta. Così come è alta, paradossalmente, la cifra delle vincite mai ritirate. Un paradosso abbastanza significativo sulla reale fiducia che i giocatori, magari quelli più occasionali, hanno nel fatto che una combinazione giocata al SuperEnalotto possa realmente essere quella vincente. Certo è che, nel momento in cui si tenta la sorte, tanto varrebbe crederci fino in fondo e, perlomeno, verificare che i propri numeri siano effettivamente usciti. Anche perché, molti si accontentano di rientrare della spesa (spesso riutilizzata per una nuova giocata, ad esempio per un altro Gratta e Vinci) o di puntare a qualche centinaio di euro. La possibilità di centrare il 6 della vita al SuperEnalotto (attualmente con un jackpot da 290 milioni di euro) è di fatto una chimera se rapportata al numero di combinazioni possibili.
Come spesso accade, l’eccezione fa notizia rispetto alla normalità. Per questo, nel momento in cui si registra una vittoria importante, l’attenzione mediatica sale e il gusto alla giocata riprende quota. Niente di strano né di male, a patto che il gioco non sfoci nel vizio. A ogni modo, tenendo presente i suddetti dati, è altrettanto chiaro che i cittadini stessi possano essere consapevoli delle tante incognite che gravano sui soldi immessi nel circuito dei giochi. Per quanto riguarda i Gratta e Vinci, ad esempio, la possibilità statistica di azzeccare il biglietto vincente è di poco superiore allo zero. E anche quella di tornare in possesso della somma spesa non è altissima (fra il 18% e il 36%). Numeri che non sono casuali ma frutto di un’apposita immissione di biglietti vincenti, diversa per ogni fascia di vincite.
In sostanza, un Gratta e Vinci vincente uscirebbe solo dopo svariate centinaia di migliaia di vendite. Perché si gioca allora? Forse per il gusto della sfida o per tentare di chiedere alla fortuna di compensare quanto non contribuisce a far realizzare nel quotidiano. Basta non farsi prendere la mano e avere consapevolezza dei limiti imposti dalla ragione.