Attenti ai limoni troppo invitanti. È proprio dietro l’apparente perfezione che si celano i rischi peggiori. Specie se l’etichetta…
Per chi non ha la possibilità di allestire un vaso abbastanza capiente nel proprio giardino o magari su un balcone, la propria scorta di limoni non potrà arrivare che dalle corsie del supermercato.
Occhio però, perché anche un gesto apparentemente semplice e ordinario può celare delle insidie. I limoni, ma gli agrumi in generale, richiedono un’attenzione piuttosto meticolosa prima di procedere all’acquisto. Alcuni dettagli possono infatti rivelarsi decisivi per determinare la qualità del prodotto, anche se all’apparenza il frutto in sé potrebbe apparire quasi perfetto. La verifica dell’etichetta è sempre il primo passo per accertarsi che un prodotto sia conforme e non porti rischi per la salute del consumatore. Tendenzialmente, in un supermercato tali problematiche non dovrebbero esserci. E qualora ci fossero si tratterebbe di una eccezione. I dettagli da notare, semmai, sono altri.
Per quel che riguarda frutta e verdura, spesso ci si sofferma sull’estetica del prodotto. O su quelle sottigliezze che ci permettono, alla lunga, di individuare in modo abbastanza preciso quale sia potenzialmente più adatto al consumo. Gesti riflessi, rapidi, ai quali si tende a non attribuire grande importanza vista la consuetudine. Nello specifico dei limoni, però, tali dettagli estetici non sempre vengono fuori. Anzi, molto spesso l’agrume viene venduto in sacche preconfezionate, sulle quali figurano etichette altrettanto dettagliate volte a garantire l’acquisto “a scatola chiusa”, ossia senza verifica di persona dello stato del frutto.
Limoni, i dettagli da non trascurare: nel carrello possono finire i pesticidi
In diverse occasioni abbiamo avuto modo di notare quanto l’incidenza dei trattamenti in fase di maturazione e/o coltivazione di frutti e ortaggi sia rilevante. Gli agrumi, fatta forse eccezione per mandarini e clementine, appaiono solitamente in splendida forma. Bel colore, grandezza giusta, apparentemente pieni di succo. In questi casi, è inevitabilmente l’etichetta la spia da tenere d’occhio. Specie se dovesse comparire una dicitura come “Buccia non edibile”. Un indicatore sulla possibile contaminazione del prodotto, o meglio, di un utilizzo massiccio di trattamenti chimici durante la fase di maturazione. Un procedimento abbastanza standard ma che, negli ultimi tempi, ha subito un notevole giro di vite. Le sostanze chimiche, infatti, agiscono tramite i pesticidi utilizzati per scongiurare infezioni da parte di parassiti e batteri. Al contempo, però, un eccessivo uso di tali agenti influisce sul frutto in sé, non solo sulla sua buccia.
In questa direzione vanno i richiami alimentari dovuti a sospetta presenza di quantitativi eccessivi di agenti anche cancerogeni, o comunque dannosi per la salute dell’uomo, in misura eccessiva. Per quel che riguarda i limoni, nemmeno il lavaggio disinfettante potrebbe rivelarsi del tutto efficace, visto che una soglia troppo elevata di sostanze chimiche (ma anche percentuali minori) possono penetrare al di sotto della scorza. Solitamente, tali inconvenienti si manifestano sui frutti importati e, per questo, più economici. In linea generale, evitare i prodotti contrassegnati con “buccia non edibile” sarebbe un primo passo.
Senza dimenticare gli accorgimenti prettamente estetici. Anche diffidare di un frutto “troppo perfetto” è una buona regola. In quei casi, infatti, è più probabile che vi sia alle spalle un trattamento. Probabile però, non sicuro. Andare su un prodotto di marca potrebbe risolvere il problema, in quanto commercializzato da aziende che prestano attenzione scrupolosa alle normative in materia di sicurezza e consumo.