Dalla Manovra arriveranno conferme e novità. Su pellet e pompa di calore, però, qualche agevolazione era già stata predisposta.
La ricerca di fonti di energia alternative va di pari passo alla sperimentazione di strategie di risparmio domestico. Ottimizzare i consumi in casa, infatti, rappresenta solo una branca della pianificazione in direzione di un piano di consumi sostenibile.
Il periodo del caro bollette ha dato un’ulteriore spallata alla corsa verso il risparmio. E, nello specifico, alla marcia dell’Europa verso un futuro totalmente sgravato dagli influssi negativi delle emissioni fossili. Un obiettivo tutt’altro che semplice ma che l’Ue è restia a raggiungere entro il 2050, non oltre. Anzi, i primi risultati dovranno essere raggiunti già nel 2030, con un affrancamento almeno parziale dai carburanti classici e, in generale, dalle pratiche più inquinanti. Chiaro che il momento storico non favorisce troppi passi da gigante. Anche perché, al momento, il passaggio a dispositivi di efficientamento energetico rappresenta ancora un costo importante da sostenere, peraltro in contrasto con l’inflazione ancora galoppante.
Per quel che riguarda il riscaldamento, le temperature continuano a essere clementi ma meglio non abituarsi. In primis perché se i termometri non dovessero abbassarsi nelle prossime settimane, significherebbe davvero che qualcosa non stia andando nel verso giusto per il clima terrestre. Inoltre, anche le fonti alternative sono incappate sulla macchia d’olio dei prezzi potenziati, finendo per far scivolare coloro che avevano puntato forte su strategie parallele di risparmio. Ad esempio il pellet, passato da alleato a scomodo convitato al tavolo dei rincari.
Stufe a pellet o climatizzatori a pompa di calore rappresentano un aiuto in termini di ottimizzazione dell’apporto energetico domestico. Entrambi, però, richiedono un esborso economico legato sia ai costi di impianto che al mantenimento dell’efficienza. Con la variabile, non trascurabile, di un taglio ai consumi che, almeno sulla carta, dovrebbe ripianare la spesa sostenuta nel giro di qualche tempo. A fronte di aumenti sparsi superiori anche al 60% delle bollette del gas, è chiaro che una prospettiva simile sia diventata piuttosto attraente negli ultimi tempi. Il problema è che, nel momento in cui sale anche il costo degli approvvigionamenti, ci si trova in una situazione di squilibrio fra domanda e offerta, abbastanza seria da creare un corto circuito.
Tuttavia, visto e considerato che gli obiettivi di sostenibilità andranno raggiunti, ecco che arriva l’impegno politico affinché il gioco (dell’installazione di stufe a pellet e pompe di calore) valga davvero la candela (il risparmio in bolletta). Evitando l’apporto del gas è chiaro che il risparmio ci sarebbe, almeno in questo momento. Anche se a livello di performance il riscaldamento classico continua a farsi preferire. Per ovviare a questa problematica, sarebbe necessario individuare i punti della casa in cui realmente un dispositivo come la stufa alimentata a pellet possa fare la differenza. Il resto potrebbero farlo alcune agevolazioni dedicate, anche a livello regionale. In Lombardia, ad esempio, fino al 15 settembre era stato disposto un fondo di 12 milioni come contributo a fondo perduto per l’installazione dell’impianto. E chissà che con la prossima Manovra non spunti fuori qualcos’altro.
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