Il Green Pass sembra ormai un lontano ricordo. Il certificato verde che garantiva l’avvenuta vaccinazione non è richiesto quasi in nessun contesto.
Questo è risultato della politica di graduale riduzione delle restrizioni voluta dall’ex ministro della salute Speranza.
Il deputato di Liberi e Uguali era uno dei pochi ad aver mantenuto il proprio incarico in entrambi i governi della pandemia, Draghi e Conte due, ma il suo incarico si è concluso con la fine della scorsa legislatura. Al suo posto si è insediato Orazio Schillaci, medico, presidente dell’associazione italiana di medicina nucleare, membro del comitato scientifico dell’Istituto superiore di sanità per nomina dello stesso Speranza ed ex rettore dell’Università di Roma Tor Vergata.
Chi è Schillaci, il nuovo ministro della salute
Schillaci è una delle poche nomine tecniche che il governo Meloni ha deciso di porre alla guida di un ministero. Un accademico, laureatosi nel 1990 e specializzatosi in medicina nucleare. Non ha mai ricoperto nessuna carica politica ma, relativamente presto nella sua carriera accademica, è stato membro di importanti istituzioni mediche. Tra il 2006 e il 2009 è membro esperto dell’Istituto Superiore dei Sanità. È professore ordinario dal 2007, direttore della scuola di specializzazione nel proprio ambito di studi dal 2008.
Le sue ricerche lo hanno portato ad essere riconosciuto a livello internazionale come uno dei maggiori esperti nell’ambito della medicina nucleare. Questa specialità si occupa dell’utilizzo di materiali radioattivi a scopo diagnostico, terapeutico e di ricerca. Oltre ad essere nella redazione del Journal of Nuclear Medicine, è anche revisore di molte riviste specializzate in questo ambito.
Schillaci fa anche carriera negli alti gradi dell’università di Tor Vergata, tra il 2011 e il 2019 diventa prima vicepresidente e poi presidente del dipartimento di medicina e chirurgia, per poi diventare rettore dell’intera università. Nel 2018 diventa anche direttore del reparto di oncoematologia al policlinico di Tor Vergata.
Green Pass: con Schillaci potrebbe tornare?
Come visto, quello di ministro della salute è il primo incarico politico in assoluto di Schillaci, ma non solo. Non si tratta di uno dei nomi riconoscibili dei medici diventati famosi durante la pandemia. In quanto esperto però, è capitato che fosse interpellato riguardo la questione dei vaccini e del Green Pass, soprattutto in quanto rettore dell’Università di Tor Vergata.
Attorno all’accesso alle università degli studenti durante la pandemia, e alla richiesta del Green Pass per ottenere la possibilità di seguire le le lezioni dal vivo, si era scatenato un dibattito molto acceso nell’ambiente accademico italiano. Figure molto famose, come il divulgatore e professore Alessandro Barbero, ne avevano fatto una questione di principio, per proteggere il diritto allo studio. Schillaci ne aveva parlato interpellato ai microfoni di Uno Mattina.
“Penso che il Green Pass sia per assicurare la sicurezza all’interno delle aule universitarie. Già dal primo settembre [2021 ndr] abbiamo iniziato ad utilizzare il Green Pass per la prenotazione delle aule”. Queste parole suggeriscono che il ministro sia favorevole sia ai vaccini che all’utilizzo del Green Pass. Non è quindi da escludere che, se lasciato con la libertà di decidere, e se costretto dai dati epidemiologici, Schillaci potrebbe inserire nuove restrizioni che comprendono l’utilizzo del certificato verde.