L’aria inquinata causa danni alla mente e al corpo. Depressione, ansia, patologie polmonari e cardiovascolari, gli effetti si rivelano pericolosi.
L’inquinamento incide notevolmente non solo a livello di cuore e polmoni ma anche sul cervello. Uno studio ha rivelato un’associazione tra smog e depressione.
La scienza ha rivelato ciò che tante persone immaginavano da tempo. L’inquinamento non aiuta a liberare la mente da paure e ansie. Basta una gita in montagna o all’aria aperta della campagna per sentirsi rigenerati nel corpo e nello spirito. Vi siete mai chiesti perché? Ebbene il motivo è legato proprio all’aria pulita che si respira e che rappresenta un toccasana per l’organismo. Lo smog della città, invece, ingrigisce l’animo oltre ad aumentare i rischi di insorgenza di patologie legate al cuore e ai polmoni. Non è la prima volta che si studiano gli effetti nocivi dell’inquinamento atmosferico sull’uomo. Più ricerche hanno appurato la correlazione tra aria inquinata e problemi fisici e mentali. Ora, un’ultima indagine ha rafforzato ulteriormente tale certezza.
Aria inquinata e danni al cervello, la correlazione è reale
La ricerca pubblicata su Environmental Healt Prospective – qui il link – ha dimostrato come chi trascorre almeno sei mesi in una zona con il doppio del limite di particolato previsto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (PM2.5) ha una probabilità superiore del 10% di insorgenza della depressione rispetto a coloro che vivono in territori entro il limite.
Due successivi studi presentati al seminario RespiraMi: Recent Advances on Air Pollution and Healt hanno supportato la precedente conclusione attestando ancora una volta la pericolosa associazione tra inquinamento atmosferico e salute mentale. Nello specifico, l’aria inquinata aumenta il rischio di malattie mentali e peggiora quelle già presenti.
I dettagli della ricerca
L’indagine ha preso in esame circa 2 milioni di persone per un periodo di 8 anni ossia dal 2011 al 2019. I ricercatori sono giunti alla conclusione che il rischio di depressione aumenta del 13% per ogni incremento di 1 microgrammo per metro cubo di particolato fine – PM2.5. La stessa ricerca ha rilevato un aumento del 9% di ansia e del 7% di schizofrenia. Le prescrizioni di antidepressivi aumentano, poi, dell’1,3% mentre gli anti psicotici del 4%.
Gli effetti dello smog a lungo termine sono, dunque, pericolosi e descrivono una situazione allarmante secondo l’esperto Sergio Harari, copresidente del seminario. Dalla ricerca emerge chiaramente la possibilità che l’inquinamento possa incidere negativamente sull’insorgenza di patologie psichiatriche aumentando l’infiammazione generale o a causa di un’alterazione delle difese antiossidanti. Il pericolo, poi, riguarda tutte le persone, di qualsiasi età, inclusi i bambini.