L’ex ministro della salute Speranza aveva proposto di calibrare il ticket sanitario al reddito, ma ora il governo è cambiato.
La proposta era volta a rendere il servizio sanitario nazionale più accessibile alle fasce più deboli della popolazione.
Ma ora il governo è cambiato. La proposta dell’ormai ex ministro andrà discussa nella legge di bilancio. In questo testo il governo propone al parlamento le spese per l’anno successivo, perché il bilancio dello stato possa essere approvato. Questa misura sarebbe stata introdotta se il governo Draghi fosse arrivato al termine naturale del proprio mandato, nel 2023. Ma essendo caduto prima di questa data spetta ora al presidente Meloni prendere una decisione.
Ticket, cosa significa progressività della tassazione
Il ticket sanitario è una tassa che si paga a seguito di alcune prestazioni mediche fornite dal sistema sanitario nazionale. Esistono vari tipi di esenzione e riduzione dal ticket, ma nella maggior parte dei casi il pagamento è uguale per tutti. Questa tassa quindi non segue l’indicazione di progressività contenuta nella Costituzione, all’articolo 53.
Per progressività si intende il concetto per i più ricchi debbano contribuire di più al funzionamento dello stato tramite le tasse non solo in assoluto, ma anche in percentuale. L’IRPEF, la principale imposta sul reddito, è un esempio perfetto da questo punto di vista. Meno si guadagna, minore sarà la percentuale di tasse sul reddito che si pagheranno. All’aumentare del reddito si entra in diversi scaglioni, che aumentano la percentuale del guadagno dovuta allo stato.
Il ticket è completamente estraneo a questo concetto e nelle intenzioni del ministro Speranza questa anomalia sarebbe stata corretta nella legge di bilancio del 2023, da approvare entro dicembre 2022. Il governo Draghi di cui Speranza era ministro è però caduto, e ora tutto è in mano al nuovo presidente del consiglio Giorgia Meloni e ai suoi ministri.
Quali possibilità per la proposta Speranza?
La proposta di Speranza consisteva nel calibrare i ticket su tre parametri e non più soltanto su uno. Mantenendo infatti il parametro dell’entità della prestazione, la nuova norma avrebbe modulato la tassa sanitaria sul reddito familiare equivalente e sulla presenza di malattie croniche nel paziente. Un individua altrimenti sano e benestante avrebbe quindi pagati di più di qualcuno con un basso reddito e una malattia cronica, pur ottenendo la stessa prestazione.
Questo avrebbe comportato sicuramente una spesa per lo Stato, a meno di non modificare l’entità dei ticket aumentando quelli base per permettere di diminuire quelli per le persone a basso reddito e con malattie croniche. Quindi la norma sarebbe dovuta passare per la legge di bilancio, che approva le spese dello stato per un anno intero. Ora che il governo è cambiato però, che fine farà la proposta di Speranza?
Difficilmente questo governo porterà avanti questa idea, per diversi motivi. Il primo sarebbe dare un segnale di discontinuità rispetto al governo Draghi, che pur era sostenuto da due terzi della maggioranza attuale. Il secondo è che una parte del governo è favorevole al concetto di Flat Tax, la tassa piatta che non considera il concetto di progressività, di cui il ticket è un esempio.