Il prestito personale è una tipologia di finanziamento tra quelle proposte dagli istituti di credito. Andiamo a comprendere come richiederlo e come calcolarlo
Quali sono i passaggi da conoscere e le condizioni tassative da rispettare quando si decide di intraprendere questa strada. Inoltre è bene capire come si comportano le banche.
I problemi con il denaro purtroppo fanno parte della vita di molte persone. Alle volte in virtù di qualche spesa necessaria che proprio non si può procrastinare si fa ricorso a dei prestiti personali.
Certo, è pur sempre un rischio intraprendere una strada del genere, ma al contempo può servire a “respirare” per un certo lasso di tempo. Per forza di cose ci sono delle condizioni che le banche impongono a cui il richiedente deve assolutamente attenersi.
Prestito personale: come richiederlo e cosa è necessario sapere in merito
In pratica si tratta di un finanziamento di una somma di denaro a tasso fisso. Il debitore dal canto suo si impegna a restituirla in comode rate mensili. Uno dei vantaggi di questa formula è che non è finalizzato. Ciò significa che non c’è bisogno di rendere delle spiegazioni circa la modalità di utilizzo del denaro.
L’importante è rispettare i tempi di restituzione pattuiti con l’istituto di credito al momento dell’erogazione della somma. Per quanto concerne le tipologie, ecco quali sono i più comuni:
- delega di pagamento: concesso sia ai dipendenti pubblici che privati, ma anche ai pensionati. Il rimborso può avvenire con rate da sottrarre allo stipendio mensile e non possono essere superiori a 2/5 di esso,
- cessione del quinto: praticamente identico al precedente per quanto riguardo modalità e platea di beneficiari. Cambia solo che la rata deve essere ricompresa in 1/5 dello stipendio,
- fiduciario: in casi di necessità urgente di denaro a patto che si dimostra la possibilità di riuscire a rimborsarlo,
- finalizzato: viene dispensato dalla banca a coloro che acquistano un bene o servizio e hanno intenzione di pagarlo a rate,
- vitalizio ipotecario: per i proprietari di casa con che abbiano superato i 60 anni d’età. Viene concesso dopo l’iscrizione dell’ipoteca sull’immobile.
Una volta comprese le varie forme bisogna capire come muoversi per poterlo richiedere. I destinatari devono essere persone tra i 18 e i 70 anni (in alcuni casi possono anche sforare questo tetto). L’importante è dimostrare di essere in grado di saldare il debito. A tal proposito si terrà conto delle altre spese mensili come ad esempio mutuo, affitto o bollette.
I lavoratori dipendenti dovranno esibire una o più buste paga mentre gli autonomi la dichiarazione dei redditi e i pensionati il cedolino della pensione. Vanno considerati inoltre i costi e le spese che ci sono dietro al finanziamento, tra cui figurano quelle di apertura della pratica, spese di istruttoria, commissioni bancarie e costi di una polizza assicurativa.