La crisi economica in atto porterà i tassi mutui al 5%? Per ora no, ma la situazione potrebbe crollare come nel 2008 e condurre verso la bolla immobiliare.
In base ai dati raccolti negli ultimi mesi, è in netta diminuzione il numero di abitazioni acquistate tramite finanziamento. Le ragioni di tale cale sono molteplici, una su tutte l’aumento dei tassi d’interesse. Ma anche l’incertezza del mondo del lavoro, la crisi energetica, la guerra e gli scenari futuri decisamente incerti.
Attualmente i tassi d’interesse sono aumentati, anche se non si è ancora arrivati ai livelli del 2008 quando si toccò quota 5,7%.
In ogni caso, i dati attualmente a nostra disposizione ci mostrano una riduzione delle quote degli acquisti di abitazioni finanziate con mutuo ipotecario di circa due punti percentuale rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il tasso di interesse medio sulle nuove operazioni finanziarie è leggermente aumentato, da settembre ad oggi. Di fatto, vi è stato un passaggio dal 2,07% al 2,17%.
Dunque, l’aumento è avvenuto, anche se in maniera contenuta. E c’è chi pensa che possa esserci il rischio concreto che si arrivi ad una situazione simile a quella di fine 2007, quando il tasso medio raggiunse il 5,7%.
In base al rapporto mensile dell’Associazione Bancaria Italiana, si è notato che ad un lieve aumento dei tassi d’interesse sui finanziamenti per l’acquisto di una casa è corrisposto una diminuzione degli acquisti.
Sebbene da inizio anno la BCE abbia effettuato diversi rialzi sui tassi dei mutui, per un totale di 125 punti base, c’è chi ritiene il rialzo tutto sommato contenuto, soprattutto se lo si paragona alla situazione del 2008.
In ogni caso, dando un’occhiata all’ultima indagine trimestrale sul credito bancario emerge che:
“nel secondo trimestre del 2022 i criteri di concessione dei prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni e per consumo e altre finalità hanno registrato un contenuto irrigidimento, con termini e le condizioni che sono stati inaspriti in modo marcato in seguito all’aumento dei tassi di interesse di mercato”.
Che tradotto vuol dire che nel secondo trimestre del 2022, è avvenuta una lieve flessione dei prestiti concessi alle famiglie per l’acquisto di abitazioni. Stando ad una prima analisi, le ragioni di tale irrigidimento sono legati all’aumento dei tassi di interesse di mercato.
A confermare le analisi ci ha pensato l’Agenzia delle Entrate, fornendo i numeri relativi ai mutui concessi nel secondo trimestre dell’anno. A quanto pare si è registrato un calo della quota di acquisti di abitazioni finanziate con mutuo ipotecario, che è passato dal 69,7% al 67,5%.
Tenendo conto delle stime effettuate dagli esperti, anche l’ultimo trimestre del 2022 sarà caratterizzato dallo stesso andamento dei mesi precedenti.
In base ai dati forniti dall’Agenzia delle Entrate, il 2021, ovvero l’anno d’uscita dalla pandemia, il mercato dei mutui ha fatto registrare un’importante crescita. Nello specifico, lo scorso anno è stata registrata una crescita di circa 456.000 atti di iscrizione ipotecaria. Si tratta di cifre importanti che, tradotte in termini economici, valgono 101,5 miliardi di capitale di debito finanziario.
Nel rapporto dell’Agenzia delle Entrate sui mutui ipotecari emerge anche che gli immobili oggetto di ipoteca sono in aumento rispetto all’anno precedente, facendo registrare un +25,8%.
Ci sono poi altri dati che ci permettono di comprendere quale sia la situazione dei prestiti in Italia. A quanto pare, nel mese di settembre è cresciuta la percentuale di prestiti concessi alle famiglie: si è passati da +4,0% al +4,1%. Questi dati testimoniano la difficoltà economica che affrontano quotidianamente i nuclei familiari italiani.
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