Uno degli alimenti tipici del nostro paese, un piatto, certo potrebbe essere definito cosi, amato davvero da tutti.
La crisi mette alle strette i cittadini. Sono in molti quelli che ormai non riescono a resistere ed agitano bandiera bianca, andando smontare completamente il proprio precedente stile di vita. Acquisti diversi, ricerca spasmodica del risparmio e di conseguenza l’adattarsi a quelle che sono le logiche di un mercato ormai impazzito. La resa è di fatto questa. Oggi più che mai tutto ciò è evidente e i cittadini spesso si chiedono come si vivesse qualche anno fa, quali fossero realmente le logiche da prendere in considerazione nei decenni passati.
Sempre più spesso, il web ci aiuta a comprendere quali possano essere nella realtà tra le varie epoche storiche. L’analisi del momento è impietosa, ogni cosa, ogni articolo di natura alimentare ma non solo è di fatto aumentato di prezzo. Ci si ritrova, oggi, a fare i conti con una situazione che nessuno avrebbe mai immaginato. Al centro di tutto il cittadino e la difficoltà diffusa di affrontare il tutto. Aumenta tutto insomma, tranne gli stipendi di chi lavora, altro dato eclatante.
La logica delle cose, ci porta a pensare che mai una situazione del genere si sia verificata, con prezzi assolutamente inaccessibili, probabilmente è cosi. Ma quali sono realmente le differenze con il passato, partendo ad esempio da uno dei piatti tipici della nostra tradizione culinaria, la pizza. Amata, idolatrata da tutti. Tradizione, storia, identificazione di intere zone geografiche, la pizza è sempre più al centro del quotidiano dei cittadini con le sue innumerevoli evoluzioni.
Chiaramente nel corso dei decenni l’impatto della pizza sui cittadini come alimento, se parliamo ad esempio di prezzi, è variato di continuo. L’evoluzione ha portato oggi a considerare la pizza come molto di più del classico piatto tradizionale per intenderci. Il riferimento in questo caso arriva da un particolare esercizio commerciale, una classica pizzeria insomma. La pizzeria “Da Rosalba” di Sacile, in provincia di Pordenone presenta un particolare punto di vista.
Si parte ad esempio con un discorso che poi arriverà nettamente nel discorso pratico dal tasso di inflazione. Si parla di prezzi variati nel tempo, quindi giusto considerare che se nel 2021 il tasso di inflazione medio era del 1,8%, nel 1975 l’inflazione era del 17,1% con un picco negli anni ’80 del 21,1%. Poi, lentamente è riscesa fino ai giorni nostri. Dal 1972, poi è stata introdotta l’IVA. Negli anni ottanta, per quel che riguarda i prodotti tipo pizza era del 9% oggi è del 10%. Oggi, il prezzo di una pizza margherita è mediamente di 4,50 euro.
Nel 2008, lo stesso piatto costava circa 4 euro. Nel 2001, ultimo riferimento temporale in lire, la pizza costava mediamente 7mila lire, l’equivalente dei 3,61 euro attuali. Chiaramente, con il passare degli anni il potere d’acquisto varia e di conseguenza bisognerebbe rapportare quelle 7mila lire ad una cifra diversa che al giorno d’oggi arriverebbe a 4,62 euro. Nel 1980, con l’inflazione al 21,1% il prezzo della pizza si aggirava intorno alle 1000 lire, gli attuali 2,44 euro. Nel 1975 invece, il prezzo medio di una pizza era di 250 lire, gli attuai 1,32 euro. Negli anni sessanta, invece, presso la stessa pizzeria “Da Rosalba” la pizza costava tra le 150 lire e le 200 lire, gli attuali 2 euro.
Pizza che passione, i prezzi però aumentano: tutti i prezzi decennio per decennio
Bisogna però considerare che nei decenni passati la pizza era spesso più piccola di quella attuale. Al di la di tutto, stando a quelli che sono i ricordi della titolare dell’attività di Sacile, negli anni settanta per una pizza ed una birra si spendevamo mediamente 500 lire, gli attuali 2,54 euro.
Ricapitolando, quindi lo scenario è quello riscontrabile nella tabella successiva:
Anno | Prezzo in lire | Prezzo in euro |
1962 | 150 lire | 1,84 € |
1972 | 250 lire | 2,05 € |
1982 | 1000 lire | 2,44 € |
Cristina Acampora, moglie di Francesco De Rosa fondatore con Alfonso Mansi della pizzeria da Fausta di Treviso e della pizzeria Da Ciccio di San Donà di Piave ricorda un aneddoto molto significativo. Nel 1957, per fare pubblicità alla propria attività si vendeva una piccola pizza di prova al prezzo di 50 lire, gli attuali 70 centesimi. Il tutto per far scoprire ai trevigiani un piatto che di fatto non conoscevano. Altri tempi, altra epoca, altri prezzi, insomma.