Una delle iniziative più attese da parte del nuovo governo è quella del condono fiscale. Il centrodestra lo ha promesso fin dalla campagna elettorale.
Ora il governo sembra voler passare all’azione, con una misura che perdoni i debiti con la pubblica amministrazione dei contribuenti morosi.
L’idea dietro a questa norma sarebbe quella di alleggerire il peso delle piccole pratiche sull’Agenzia delle Entrate Riscossione, in modo da liberare forza lavoro e risorse per combattere i grandi evasori. L’iniziale progetto si starebbe concretizzando nella totale abolizione delle cartelle sotto una certa cifra, e della possibilità di saldo e stralcio per le altre, entro sempre un limite prestabilito. Le risorse per la misura dovrebbero essere stanziate all’interno della legge di bilancio del 2023, che andrà approvata a dicembre dal parlamento.
Il condono fiscale è una misura che in passato è stata cavallo di battaglia della destra guidata da Berlusconi. La cosiddetta Rottamazione delle Cartelle, avviata dal governo Renzi e continuata fino al 2021, l’ha invece sdoganata per tutte le parti politiche. L’idea è quella di perdonare una parte dei debitori dello stato con varie misure che permettano di ignorare o saldare velocemente le vecchie cartelle esattoriali.
Questa misura viene presa in considerazione perché ogni anno, negli archivi dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, si accumulano migliaia di piccole cartelle. Le risorse che lo stato dovrebbe spendere per recuperare questi crediti sono maggiori rispetto a quelle che i crediti stessi porterebbero nelle casse dell’erario. Quindi si preferisce o condonarle, o dare ai contributori strade preferenziali sperando che paghino quanto dovuto senza bisogno di interventi. Le critiche a questa norma vertono soprattutto sul fatto che continui condoni incentivino la piccola evasione.
Il piano del governo cambia però da debito a debito. La maggioranza ha infatti pensato di dividere in tre categorie le cartelle interessate da questo condono. Da una parte ci saranno i debiti del tutto perdonati. Dall’altra quelli sottoposti a saldo e stralcio, cioè che verranno considerati pagati se saldata la cifra originale, senza more o sanzioni. Infine c’è una terza categoria di cartelle rateizzabili, pagando una sanzione inferiore a quella dovuta.
La prima categoria di cartelle esattoriali è quella rappresentata dai debiti sotto i 1000 euro. In questo caso il governo vorrebbe condonare del tutto il debito. In questa categoria ricadrebbero ad esempio i piccoli adempimenti e le multe stradali non pagate. Il condono totale di queste cartelle rientra in linea con la filosofia della norma, dato che nessun intervento dell’Agenzia delle Entrate Riscossione giustificherebbe le spese per recuperare meno di un migliaio di euro.
La seconda categoria è rappresentata dai debiti fino a 3000 euro. In questo caso ci sarebbe il saldo e stralcio. Questo significa che il contribuente dovrebbe pagare solo una parte di quanto dovuto, e una piccola parte delle sanzioni. In questo ambito vanno però fatti alcuni distinguo. Sembrano esserci infatti soltanto due certezze per quanto riguarda le cifre.
La prima è quella che le sanzioni saranno al 5%. La seconda è che sopra i 2500 euro di debiti e sopra i 15.000 euro di reddito, il contributore dovrà pagare l’intera cifra, e non solo una parte. Nella maggioranza si sta poi discutendo se scontare la cifra originale per i debiti sotto i 2500 euro, o per quelli sotto i 3000 con redditi sotto i 15.000 euro dell’80% o del 50%. Infine per le altre cartelle si sta pensando ad una rateizzazione, con una maggiorazione del 5% o del 10%, ma senza sanzioni o interessi.
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