Scopriamo alcuni sintomi che possono essere riconducibili alla demenza secondo una ricerca dell’Università di Cambridge svolta insieme ad altri atenei
In ogni caso è sempre necessario passare per i medici specializzati nel settore che possono dare un’esatta diagnosi e capire quando è davvero presente questa condizione.
La demenza è una patologia piuttosto complicata che non reca danno solo al diretto interessato, bensì anche alle persone che gli stanno intorno. Alle volte si sottovalutano i segnali riconducibili a questa malattia degenerativa che si possono confondere con quelli di altri disturbi decisamente meno gravi.
Qualora siano reiterati però possono essere delle vere e proprie avvisaglie da prendere in considerazione. Contestualmente sarebbe opportuno consultare uno specialista in modo tale da poter approfondire la situazione.
Demenza: ecco i sintomi più comuni riconducibili alla malattia
Ad ogni modo è sempre meglio imparare a familiarizzare con i sintomi più comuni della demenza così da farsi trovare impreparati. A tal proposito, può essere di estrema utilità uno studio scientifico condotto dall’Università di Cambridge che ha svolto in collaborazione col King’s College di Londra, Oxford e la Radboud University di Nimega in Olanda.
Prima di andare nel dettaglio è bene comprendere quali sono gli indizi più conclamati della demenza. Tra questi ci sono la graduale perdita di memoria, le difficoltà di concentrazione, il disagio a svolgere compiti quotidiani familiari e la fatica a sostenere una conversazione e trovare la parola giusta. A render ancor più complicato il quadro sono gli stati confusionali rispetto al tempo e al luogo dove ci si trova e ai cambiamenti d’umore. Il lavoro di cui sopra però sottolinea un altro specifico aspetto.
Si tratta dell’apatia, che si palesa attraverso il totale disinteresse verso il mondo esterno. In pratica non si prova alcun tipo di sentimento, né felicità né tristezza. Dunque decisamente diverso dalla depressione che invece vede predominare le emozioni negative. Lo studio pubblicato sul Journal of Neurology, Neurosurgery & Psychiatry sottolinea proprio che questo atteggiamento è una spia di un possibile futuro crollo a livello cognitivo.
Correlazione tra apatia e demenza
Per arrivare a questa conclusione sono stati presi in considerazione dei pazienti affetti una malattia dei piccoli vasi cerebrali, che tra gli anziani è abbastanza diffusa. In entrambi i gruppi esaminati, i risultati hanno sottolineato come le persone con un elevato grado di apatia abbiano evidenziato un maggior rischio di sviluppare la demenza.
Al contrario invece, nessun livello di depressione sembra aver inciso sullo sviluppo di demenza. Dunque monitorare lo stato dell’apatia in base a quanto emerso da questo studio potrebbe risultare fondamentale per quanto concerne la prevenzione alla demenza.