L’Assegno Unico per le famiglie con figli a carico sta per cambiare in maniera radicale a causa di una riforma.
Il nuovo governo vuole dare più peso al quoziente familiare, per premiare le famiglie con molti figli invece di quelle più in difficoltà.
L’Assegno Unico è stata una delle riforme più volute dal governo Draghi. Ha permesso di semplificare radicalmente l’aiuto alle famiglie con figli, riassumendo i vari bonus dispersi tra Stato, INPS e enti locali, in un solo bonifico direttamente sul conto corrente. La riforma ha permesso allo Stato di risparmiare e alle famiglie di avere maggiore accesso ai fondi. Questa semplificazione rende anche molto più semplice per un governo rimodellare la struttura della misura come meglio crede, per favorire determinate famiglie rispetto ad altre.
Il governo Meloni, tramite il Ministro per la Famiglia Roccella, vorrebbe apportare nella legge di bilancio una modifica radicale all’Assegno Unico per le famiglie con figli. Al momento la misura prevede che la somma accreditata sul conto corrente delle famiglie sia calcolata principalmente tramite l’ISEE. Questo strumento fotografa la situazione patrimoniale e reddituale di una famiglia negli ultimi due anni e, pur tenendo in conto il numero di figli a carico, si concentra soprattutto sul reddito. In questo momento quindi l’Assegno Unico aiuta soprattutto le famiglie più bisognose.
La riforma, che è già stata accennata nel decreto Aiuti quater, vorrebbe invece dare molto più importanza al quoziente familiare. Questo indicatore mette al centro del calcolo il numero di figli invece dello stato di bisogno della famiglia. In questo modo il governo vorrebbe spingere la natalità, premiando le famiglie con più figli. Alcuni esperti hanno però messo in guardia l’esecutivo riguardo al fatto che questa norma premia le famiglia più ricche a discapito di quelle più povere. Le famiglie numerose infatti sono spesso più agiate, in quanto si possono permettere di avere molti figli.
La riforma del governo dovrà obbligatoriamente anche vedersela con una delle storture della norma originale. L’Assegno Unico ha varie maggiorazioni, da quelle per i figli disabili a quelle per i nuclei con entrambi i genitori lavoratori. Quest’ultima maggiorazione in particolare ha un problema: il sistema la rimuove in caso della morte di uno dei due genitori. Una famiglia che si ritrova quindi un genitore vedovo e un figlio orfano, vede ridotto il proprio Assegno Unico a causa della morte di uno dei due genitori. Alla famiglia infatti non viene riconosciuto lo status di nucleo con due genitori lavoratori, avendone soltanto uno.
Fino a questo momento l’Assegno Unico è stato un successo. Ha permesso a milioni di famiglie di ricevere aiuti per crescere con più serenità i propri figli. Lo Stato ha fornito ai cittadini quasi 9 miliardi di euro in aiuti, chiesti da quasi 6 milioni di famiglie. L’importo erogato medio per figlio è di 145 euro al mese circa, mentre per famiglia sale a 230 circa. Più della metà dei bambini che hanno ricevuto questi aiuti appartengono alla fascia ISEE più bassa, quella sotto i 15.000 euro. Si tratta di poco meno di 4 milioni di figli. Questo dato può essere visto con preoccupazione se si guarda alla riforma che il governo Meloni ha intenzione di approvare.
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