Per milioni di pensionati dicembre è il mese più atteso, grazie alla tredicesima che aumenta sensibilmente le pensioni.
Oltre ai soliti aumenti però quest’anno ci si aspetta un ulteriore rialzo delle pensioni grazie alla rivalutazione per l’inflazione.
Una norma introdotta dal governo Draghi ha infatti permesso di anticipare una parte della rivalutazione delle pensioni, per contrastare l’inflazione altissima di questo inverno che sta erodendo stipendi e risparmi degli italiani. Un aumento che avrà effetto anche sulla tredicesima stessa, portando sollievo a molte famiglie in difficoltà. Da gennaio poi la rivalutazione vera e propria entrerà in funzione, facendo aumentare sensibilmente le pensioni più basse in funzione proprio dei livelli di inflazione raggiunti durante il 2022.
L’inflazione è un concetto di cui ci eravamo quasi dimenticati. L’aumento dei prezzi dei beni al consumo e industriali, dovuto ad una combinazione di scarsità di offerta e aumento della domanda, non si vedeva nei termini in cui si è manifestato durante il 2022 da diversi decenni. È l’effetto combinato della fine della pandemia e del caro energia, insieme alla crisi dei commerci che ne è conseguita. Un circolo vizioso che a ottobre ha portato l’inflazione annua a sfiorare il 12%.
Per gli stipendi l’adeguamento all’inflazione sarebbe affidato ai privati e alla contrattazione collettiva, ma per le pensioni è ovvio che sia lo Stato a doversi prendere la responsabilità di difendere i propri pensionati dall’aumento dei prezzi. Infatti esiste un meccanismo di rivalutazione automatica delle pensioni. Scatta ad inizio anno, il primo di gennaio, e comporta una rivalutazione mensile percentuale. L’aumento è calcolato sull’inflazione dell’anno precedente, ma questo può creare alcuni problemi.
La situazione in cui questo meccanismo si rivela troppo rigido è esattamente quella che si è verificata tra 2021 e 2022. L’inflazione nel 2021 è stata minima, anche a causa dell’effetto dei lockdown. Quindi la rivalutazione calcolata per le pensioni del 2022 è stata dello 0,2%, praticamente nulla. Durante il 2022 però l’inflazione è ripartita a livelli che non si vedevano da decenni, rendendo le pensioni sempre più inadeguate a coprire il costo della vita in rialzo.
Così il governo Draghi si è trovato ad affrontare una crisi del valore delle pensioni, e ha trovato una soluzione temporanea in attesa che il sistema si aggiornasse a gennaio 2023. Così l’esecutivo ha previsto una sorta di anticipazione della rivalutazione, che ha portato al 2% la cifra dell’aumento per le pensioni e versata a novembre 2022. La rivalutazione ha incluso tutti i mesi a partire da luglio, quando l’inflazione ha raggiunto per la prima volta valori molto alti.
Questa rivalutazione avrà effetto anche a dicembre, sia sulla normale pensione che si riceverà ad inizio mese, sia sulla tredicesima. Un aumento del 2% verrà applicato ad entrambe le cifre, per aiutare i pensionati durante l’inverno più caro dell’ultimo decennio. Ma passato dicembre, come accennato, il meccanismo di rivalutazione si aggiornerà nuovamente, questa volta calcolando gli aumenti su un’annata inflazionistica come non se ne vedevano dal secolo scorso. Il calcolo è ancora provvisorio, dato che bisognerà verificare quanto effettivamente i prezzi continueranno ad aumentare durante queste ultime settimane dell’anno, ma si parla di una rivalutazione dell’8% a partire da gennaio 2023.
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