Rincari sulle sigarette, le notizie per i fumatori sono pessime. Che sia la volta buona per smettere di fumare?
Le accise potrebbero aumentare con il conseguente incremento del prezzo dei pacchetti di sigarette.
Potevano i rincari non colpire le sigarette? E non parliamo degli aumenti che già si sono fatti sentire ma di altri incrementi che arriveranno a breve. I fumatori dunque, dovranno compiere una scelta. Smettere di fumare oppure dar fondo ai risparmi per poter soddisfare il vizio. La certezza arriverà quando il Governo Meloni renderà noti tutti gli interventi da inserire nella Legge di Bilancio 2023. Tra le ipotesi l’aumento delle accise sulle sigarette. L’obiettivo è riempire le casse dello Stato – ma vogliamo credere sia anche quello di diminuire il numero delle dipendenze dalla nicotina – anche se si darebbe ulteriore input all’inflazione. Ad aumentare sarebbero sia le accise sulle sigarette tradizionali che le imposte sulla cannabis legale.
Tutti i beni di prima necessità hanno subito importanti aumenti, figuriamo quelli che non sono assolutamente considerati necessari. La stretta del Governo arriverà e, se non è risaputo quanto inciderà sulle sigarette tradizionali, ciò che è certo è che l’aggravio sarà importante per la cannabis legale.
Parliamo della tassazione degli store specializzati nella vendita cannabis leggera, legale, con thc inferiore allo 0,5. Ad oggi per i primi cinque anni la tassazione è fissata al 5% per diventare, poi, del 15%. Tali percentuali potrebbero aumentare con la manovra fiscale ma non è possibile sapere, al momento, di quanto cresceranno. Allo stesso modo non si conosce ancora l’incremento sulle accise del tabacco. Non saranno gli unici beni non necessari a costare di più. Nella lista troviamo anche le vincite al gioco. Fumatori e giocatori, dunque, vivranno tempi bui.
Se da una parte il Governo cercherà di ridurre i prezzi sui beni primari dall’altra parte aumenterà i costi dei prodotti non di prima o seconda necessità. Il primo obiettivo potrebbe essere raggiunto con l’azzeramento dell’IVA su alcuni generi alimentari – ad esempio – oppure una riduzione dell’imposta. Il secondo intento, invece, vede l’incremento delle accise del tabacco, della cannabis e derivati e delle vincite al gioco. E gli esercenti, ricordiamo, non sono obbligati ad accettare il pagamento elettronico per questi beni così come per i valori bollati, già soggetti a tassazione.
Insomma, tempi duri per i fumatori che dovranno sborsare parecchi contanti. Perché non smettere e porre fine a questo dispendio economico? La salute ne trarrebbe giovamento così come il conto corrente.
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