Il governo si trova in serie difficoltà per la manovra finanziaria. Con le risorse del PNRR bloccate, si ricorre a nuove tasse.
Per finanziare le proprie misure il governo sta cercando di racimolare soldi dove può, aumentando alcune tasse dirette.
Un modo per diminuire la parte di manovra che verrà fatta in deficit, e che equivarrà a circa una trentina di miliardi di euro, se le cifre preliminari sono corrette. Gli ambiti colpiti saranno soprattutto quelli del gioco d’azzardo, delle sigarette e della cannabis legale, ma si sta valutando anche l’introduzione di una tassa sulle consegne a domicilio che potrebbe far aumentare i costi degli acquisti online proprio sotto il periodo natalizio.
Il governo è alla disperata ricerca di risorse. Il PNRR blocca i fondi europei in progetti già approvati e avviati dal precedente governo, e quindi gli oltre 120 miliardi di fondi provenienti dall’UE sono già di fatto stati spesi. Al nuovo esecutivo guidato da Giorgia Meloni non rimane altro che fare altro debito e tentare di racimolare qualche fondo in più dai tagli, ma soprattutto mettendo nuove tasse.
Il primo bersaglio di questa nuova pioggia di tributi potrebbe essere il gioco d’azzardo. Com molti sanno, lo Stato tassa le vincite in denaro sopra una certa soglia. Per buona parte del gioco legale, che è gestito dallo stato, la cifra minima delle vincite tassabili è 500 euro. Vincite sotto questa cifra sono completamente esenti da ogni tipo di imposta. Al momento Lotto, Sueprenalotto e Gratta e Vinci sono tassati per quanto riguarda le vincite, al 20%. Il governo vorrebbe aumentare leggermente questa cifra, portandola o al 22% o al 23%. Nessuna modifica in vista invece per quanto riguarda i casinò.
Secondo obiettivo dell’azione del governo è il fumo, sia quello di tabacco che quello dei prodotti derivati da cannabis legale. Per quest’ultimo l’aliquota potrebbe aumentare dal 5% al 15%, triplicando di fatto la porzione di tasse sul prezzo del prodotto. Per le normali sigarette invece si parla di un’ulteriore aumento delle accise, già molto alte, che nel 2023 arriveranno automaticamente al 40%. Un ulteriore aumento significherebbe che quasi la metà del prezzo di un pacchetto andrebbe allo Stato.
Non solo aumenti, il governo vorrebbe introdurre una vera e propria nuova tassa. Nell’ultimo periodo, complica anche la pandemia, il commercio on-line sta mettendo in difficoltà i rivenditori al dettaglio. Molti negozianti denunciano di non riuscire a competere con giganti delle vendite e delle spedizioni come Amazon.
Per contrastare l’ascesa dei colossi delle spedizioni e favorire gli acquisti da vivo, il governo sta pensando ad una Amazon Tax sulle consegne a domicilio. Emanata sotto periodo natalizio però, questa tassa potrebbe rendere meno convenienti gli acquisti per i consumatori, che perderebbero il vantaggio dello shopping on-line e potrebbero decidere, in un periodo di inflaizone e difficoltà economiche, di non spendere rallentando l’economia.
Inoltre questa tassa andrebbe a colpire uno dei settori in maggiore sviluppo in Italia in questi anni, la logistica. Le consegne e le spedizioni, proprio grazie allo sviluppo del commercio on-line, ha conosciuto una crescita senza precedenti. Una tassa sulle consegne rappresenterebbe un freno a questo giro d’affari milionario che porta centinaia di nuovi posti di lavoro ogni anno nel nostro paese.
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