Attenzione, quanto percepisce di pensione dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale una vedova che lavora? Ecco come funziona.
Sono in molti a chiedersi quanto eroghi di pensione l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale ad una vedova che lavora. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
La scomparsa di una persona cara è un dolore e un momento molto difficile da affrontare. Dopo aver trascorso buona parte della propria vita assieme, non è facile per nessuno riuscire ad accettare il fatto di non poter più condividere gioie e dolore con coloro che più amiamo. Se tutto questo non bastasse, oltre all’aspetto affettivo, ci si ritrova a dover fare i conti anche con tutta una serie di pratiche di natura burocratica.
Ne è un chiaro esempio la pensione di reversibilità che viene riconosciuta al coniuge superstite per permettere a quest’ultimo di attingere ad una fonte di reddito necessaria per poter far fronte alle varie spese. Ma quanto percepisce di pensione dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale una vedova che lavora? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
Inps, quanto percepisce di pensione una vedova lavoratrice: tutto quello che c’è da sapere
Come già detto, sono in molti a chiedersi quanto eroghi di pensione l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale ad una vedova che lavora. Si tratta, in pratica, della cosiddetta pensione di reversibilità. L’importo di quest’ultima è pari ad una quota percentuale della pensione del dante causa.
Tale trattamento non viene riconosciuto in automatico. Il soggetto interessato, infatti, deve bensì provvedere a presentare apposita domanda online oppure tramite Contact Center, al numero 803 164 da rete fissa oppure allo 06 164 164 da mobile. In alternativa è possibile rivolgersi ad un Patronato.
A prescindere dalla modalità prescelta per richiedere la pensione di reversibilità, l’importo di tale trattamento viene calcolato applicando una percentuale, variabile, sulla pensione oggetto di riferimento. Nel caso in cui ad avere diritto a tale trattamento sia un coniuge che lavora, come funziona? Ebbene, bisogna sapere che l’assegno erogato dall’Istituto di previdenza diminuisce a seconda del reddito del soggetto interessato.
Entrando nei dettagli, il taglio sarà pari al 50% per redditi superiori a cinque volte il trattamento minimo. Sarà pari al 40% per redditi fino a 34.149,70 euro, mentre sarà del 25% nel caso in cui il reddito del coniuge superstite sia compreso tra 20.489,82 euro e 27.319,76 euro. In presenza di un reddito superiore a 20.489,82, invece, non viene applicata alcuna riduzione dell’importo.