La manovra fiscale approva la cancellazione di cartelle esattoriali all’interno di una nuova rottamazione dei debiti. Scopriamo i dettagli della misura.
Si parlava di Pace fiscale e finalmente la conferma è arrivata. La Legge di Bilancio 2023 prevede la cancellazione di alcune cartelle.
E Pace fiscale sia. Il Governo Meloni ha optato per una rottamazione delle cartelle esattoriali per ristabilire un equilibrio tra Fisco e contribuenti. La cancellazione dei debiti raggiunge un duplice scopo. Da una parte alleggerisce gli oneri per i cittadini evitando che escano un bel po’ di soldi per saldare i loro debiti, dall’altra consente allo Stato di non spendere denaro per la riscossione di cartelle dagli importi troppo bassi e non convenienti per le casse italiane. Milioni di contribuenti potranno, così, tirare un sospiro di sollievo e tanti altri, invece, otterranno una riduzione del debito grazie ad altri interventi decisi dalla manovra fiscale.
La manovra fiscale cancella i debiti
La Legge di Bilancio 2023 stabilisce la cancellazione di tutte le cartelle di importo inferiore a mille euro a condizione che siano state notificate entro il 2015. Si tratta, dunque, di una mini rottamazione di debiti molto vecchi ma ancora pendenti sui contribuenti. Nello specifico, questi debiti nei confronti dello Stato che non andranno più pagati – rispettando i requisiti citati – sono le sanzioni amministrative come le multe, il bollo auto, l’Ici, l’IMU, la TASI, la TARI ed eventuali conguagli IRPEF.
Un bel sospiro di sollievo potrà essere tirato da milioni di cittadini. Non saranno i soli a beneficiare delle decisioni presi nella manovra fiscale del Governo Meloni.
Cosa accadrà alle cartelle di importo superiore ai mille euro
All’interno della Pace fiscale è stato deciso di non agevolare i contribuenti con cartelle di importo inferiore a 3 mila euro con la riduzione del 50% dei debiti. La proposta non è andata a buon fine ma ci sarà un aiuto per tutte le cartelle superiori a mille euro, indipendentemente dalla cifra riportata.
L’esecutivo ha optato per una riduzione di sanzioni con imposta fissa del 5% e la possibilità di rateizzare l’importo con una dilazione di cinque anni. Passati i cinque anni dalla notifica, ricordiamo, che la cartella va in prescrizione qualora il Fisco non dovesse provvedere con altri “inviti” al pagamento del debito. In caso di nuova notifica entro i cinque anni il conteggio ripartirebbe da zero. Ritardando ad ottemperare il proprio obbligo si rischierebbero fermi amministrativi, recuperi forzosi del credito, pignoramenti. Di conseguenza meglio approfittare della Pace fiscale e saldare il prima possibile i debiti preferibilmente chiedendo la rateizzazione.