I dati sugli stipendi italiani disaggregati per provincia rivelano le grandi differenze non solo tra regioni, ma anche tra provincie vicine.
La Lombardia rimane la regione più ricca con una media di 32.000 euro l’anno lordi di stipendio mensile, ma al suo interno le differenze sono abissali.
Mai però quanto quelle che persistono tra nord e sud. La forbice tra le due anime del paese si sta aggravando, con il meridione sempre meno partecipe dell’economia nazionale. A sud di Roma e nelle isole gli stipendi riflettono un contesto socioeconomico sempre più difficile, a cui andrebbero destinati fondi ed attenzioni particolari per favorire una rinascita.
Stipendi, il dominio di Milano
Era prevedibile, ma il capoluogo della Lombardia è la provincia, anzi la città metropolitana più ricca d’Italia. A fronte di una media nazionale di 29.840 euro lordi l’anno e di una media regionale di 32.191 euro lordi l’anno, Milano spicca a oltre 35.000. Un distacco evidente che incorona la città e il suo hinterland come i più ricchi d’Italia, con uno stipendio mensile netto vicino ai 2000 euro. Questi numeri sono però bilanciati dall’altissimo costo della vita in città, che si manifesta principalmente nei prezzi di case e affitti.
Anche se il capoluogo fa da traino, non per forza tutta la regione segue. Il resto della Lombardia infatti si allinea con la media nazionale, quando non è sotto. Le province in cui gli stipendi sono più bassi sono Sondrio, Pavia e Mantova, che si attestano tra i 28.000 e i 28.500 euro lordi, ben al di sotto della media nazionale.
Al contrario la provincia di Monza e Brianza rivaleggia con il capoluogo per stipendi, con oltre 31.000 euro lordi l’anno. Simili risultati li hanno Varese, Como e Bergamo, che si attestano sopra la media nazionale. Più in media le altre provincie lombarde, Brescia, Cremona, Lecco e Lodi, a completare il quadro della regione che rimane la locomotiva economica d’Italia.
Il divario tra nord e sud
I dati raccolti da JobPricing per completare il Geography Index, che misura ogni anno gli stipendi italiani, rivelano come il divario nord sud rimanga enorme e anzi, in questi anni difficili si sia ulteriormente allargato. Le ultime sei posizioni della classifica sono occupate da regioni meridionali, nell’ordine dal fondo Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna, Molise, Puglia e Campania. Gli stipendi medi in queste regioni vanno tra i 25.000 e i 27.000 euro, meno della peggiore delle provincie lombarde, Pavia.
Se poi si guardano i dati disaggregati per provincia la situazione risulta ancora peggiore. La prima città meridionale che spicca nella classifica è Cagliari al 47° posto, schiacciata tra le due peggiori province lombarde, Sondrio e Pavia. Per trovare la seconda provincia del mezzogiorno dobbiamo scendere di altre nove posizioni, con Bari al 56°. La seconda metà della classifica è a maggioranza composta da provincie del sud, con l’ultimo terzo praticamente monopolizzato.
Si distinguono in negativo Ragusa, ultima a 23.525 euro l’anno di media lorda, ma delle ultime dieci posizioni, tre sono occupate da città sarde, in particolare dalle province di Sassari, Nuoro e del Sud Sardegna. Il sud rimane distante anni luce dal nord in fatto di retribuzioni, a dimostrare come il divario tra le due parti del paese si stia allargando ogni anno.