La manovra, introdotta per il 2023 potrebbe essere molto utile per tutti i lavoratori che preferiscono continuare a lavorare.
Tutto è pronto per la prossima legge di bilancio, che dovrà essere approvata in via definitiva per il 31 dicembre 2022.
Il nuovo governo ci sta lavorando già da un pò, preparando delle interessanti novità. Tra queste, si prevede un maxi aumento di stipendio per chi ritarda l’accesso alla pensione, pur avendone maturato i requisiti. Ad esempio, si fa riferimento a chi ha i requisiti per quota 103, ossia ha 62 anni di età e aver versato almeno 41 anni di contributi. Questo non rappresenta una novità, visto che nel nostro ordinamento era già stato introdotto nel 2004 dall’allora Ministro del Welfare Roberto Maroni. Scomparso, proprio qualche giorno fa.
Fondamentalmente, l’obbiettivo del governo è quello di ridurre la platea delle persone che andranno in pensione, in modo tale da poter contenere la spesa pensionistica per il 2023. Stando a quanto anticipato nella bozza della legge di bilancio, il cosidetto bonus Maroni, permetterà un aumento in busta paga con cifre intorno al 10% in più. Nel dettaglio, l’incentivo prevede che negli anni passati a lavoro si potrà godere di un taglio del cuneo fiscale. In questo modo, lo stipendio lordo resterà lo stesso, ma il netto aumenterà in maniera considerevole. Questo senza gravare sulle tasche del lavoratore o del datore di lavoro.
E’ necessario fare delle precisazioni. In primo luogo, il bonus Maroni non scatta in automatico. Questo vuol dire che sarà l’interessato a comunicare la sua intenzione di aderirvi oppure no. In quanto, una volta raggiunta l’età pensionistica potrà decidedere se continuare a versare i contributi, aumentando quindi la sua futura pensione. In alternativa, potrà godere del bonus Maroni, congelando l’importo della pensione, ma guadagnando di più di soldi in busta paga.
Come anticipato, possono aderire al bonus Maroni tutti quei lavoratori che rientrano in quota 103. Ossia, la nuova misura che permette di accedere alla pensione con 62 anni di età e 41 anni di contributi. Quindi, chi ha questi requisiti e decide di proseguire il lavoro potrà approfittare di questa opportunità. Seppur, è ancora da stabilire quali sono i lavoratori che potranno usufruirne. Per quanto riguarda l’importo che verrà riconosciuto come aumento, nella conferenza stampa di presentazione si è parlato di almeno un 10% in più in busta paga.
Non vi è una risposta univoca a questa domanda, molto dipende dalla situazione economica e lavorativa dell’interessato. Ad esempio, potrebbe essere utile per quelle persone che decidono di avere un aumento in busta paga nell’immediato. Questo a discapito dell’importo della futura pensione. Si tratta di scelte e di un’opportunità in più che viene data al lavoratore.
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