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Cibo e Tv non vanno d’accordo: “Attenzione, si ingrassa di più”

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Damiano Mattana

Consumare cibo davanti alla tv, sia a cena che mentre si guarda un film, distrarrebbe il cervello. Lo dicono gli esperti.

Frittatona di cipolle, familiare di Peroni gelata, tifo indiavolato… e una conclusione del pasto non proprio secondo le regole del galateo. Ma segno inequivocabile del gradimento di quanto appena mangiato.

Eco di Milano

Il tutto davanti a una partita trasmessa in tv, per una delle scene più celebri del Secondo tragico Fantozzi. Certo, meglio se se la serata non fosse interrotta da una chiamata inopportuna a un discutibile cineforum ma, almeno per quanto ci riguarda, le probabilità dovrebbero essere ridotte. Sembrerà strano a rifletterci ma praticamente ognuno di noi è abituato a consumare pranzo o cena davanti alla televisione. Magari non nei termini del ragionier Fantozzi Ugo ma anche nella convivialità del pasto attorno alla tavola, accompagnato dal telegiornale piuttosto che dai programmi della prima serata. Una compagnia che, per molte famiglie, è quasi un rito. In alcuni casi una compagnia “silenziosa”, nel senso che la tv accompagna quasi in sottofondo, senza essere realmente seguita od osservata.

In altri casi, il teleschermo finisce per essere quasi un’intromissione rispetto a quella convivialità che la tavola dovrebbe garantire, soprattutto in famiglia. Attenzione però, perché il concetto di “mangiare davanti alla tv” ha decisamente molte sfaccettature. Si va dal semplice pasto giornaliero consumato per abitudine al classico “sgranocchiare” davanti a un film o, visti i tempi, a una serie tv. Il che, chiaramente, comporterebbe il consumo di cibo non esattamente salutare. Eppure si tratta di una pratica consolidata, se non altro un’abitudine. Divano, sedia o poltrona, il consumo di cibo davanti alla tv va ben oltre la serata del match fra nazionali e, purtroppo, non sempre ci si ristora con una pesantina ma tutto sommato salutare frittata di cipolle.

Cibo e tv, la frizione che non ti aspetti: perché si ingrassa di più

Come tutti i miti, anche quello del mangiare di fronte a uno schermo ha le sue sfaccettature da sfatare. Il primo di questi è la pratica stessa. Gli esperti, basandosi finalmente su uno studio ad hoc, hanno iniziato a indicare tale abitudine come una delle più deleterie se l’obiettivo è quello di mantenere la linea e, soprattutto, un apporto nutritivo salutare. Non perché la tv faccia ingrassare in qualche modo ma perché, distratti dalla visione di quanto essa propone, finiremmo per mangiare più di quanto dovremmo. In pratica, l’accostamento fra cibo e televisore sarebbe deleterio dal momento che il secondo favorirebbe l’assunzione esagerata del primo. E questo per un impulso cerebrale che i programmi andrebbero a distrarre, impedendogli di farci chiudere il sacchetto di patatine o la busta delle arachidi.

È chiaro che, stando così le cose, chi segue una dieta rischia di farsi del male da solo, ritenendo che un piccolo sgarro non sarebbe deleterio. In realtà, già il semplice fatto di consumare cibo davanti alla televisione sarebbe un invito al nostro stomaco ad accogliere ben più alimenti di quanti non debba. Certo, un piccolo aiuto sarebbe il consumo di cibo non troppo impattante, come uno yogurt, cereali integrali o frutta. Il problema è che, tendenzialmente, davanti alla tv si darebbe precedenza a cibi meno salutari. In questo senso, resterebbe escluso dagli studi il consumo di un pranzo o una cena a tavola. Un team di ricercatori britannici attribuisce l’ingrassamento maggioritario a una “perdita di memoria” rispetto a ciò che si sta mangiando. Specie se il programma trasmesso dovesse coinvolgerci emotivamente (la partita della nostra squadra del cuore o una serie che si segue con interesse).

Cervello distratto

Una tesi confermata da un altro studio, svolto da un’équipe canadese, secondo la quale la nostra memoria, distratta dalla tv, andrebbe di fatto a perdere il contatto con la realtà. In pratica, al gesto del prendere cibo non corrisponderebbe il raziocinio del quando fermarsi. Addirittura, il senso di appagamento (o meglio, di sazietà) arriverebbe in ritardo. In questo, sia il pasto consumato a tavola con la tv accesa che il mangiare qualcosa sul divano mentre si guarda un programma, non sarebbero pratiche differenti. La sazietà scatterebbe più tardi in ogni caso. Addirittura, secondo un novero di 30 studi differenti, quasi mezz’ora dopo in alcuni casi. Colpa della distrazione, che andrebbe a influire sul cervello imponendo un ritardo nella trasmissione dei segnali di sazietà. In sostanza, se proprio non fosse possibile fare altrimenti, meglio ricordarsi di consumare cibi salutari. Il nostro rapporto con la tv, è decisamente diverso da quello del ragionier Fantozzi…

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Damiano Mattana

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