Tra le nomine più discusse del nuovo governo Meloni c’è quella del cognato della premier a ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare.
La nomina è finita al centro del dibattito sia per i legami familiari tra prima ministra e ministro, sia per la peculiare denominazione del dicastero.
La Sovranità Alimentare è un concetto complesso, una teoria di sviluppo dell’agricoltura che in realtà non si sposa perfettamente con le idee di un governo di destra. Probabilmente però, il nome del ministero non riflette tanto una dichiarazione di intenti nella gestione delle politiche agricole, quanto un generico richiamo alle idee circolanti nelle destre europee negli ultimi anni.
Il nuovo ministro dell’agricoltura, oltre a essere il cognato della premier, è un politico di lungo corso. Pronipote di Gina Lollobrigida e cognato di Giorgia Meloni, a soli 50 anni ha già ricoperto le cariche di consigliere comunale e assessore allo Sport, al Turismo e alla Cultura, consigliere regionale, deputato e senatore. Ha militato in Alleanza Nazionale, PdL e Fratelli d’Italia. Non si è mai occupato di agricoltura direttamente, ma ha collaborato con la comunità di recupero per tossicodipendenti di San Patrignano.
Il fatto che non abbia mai avuto a che fare direttamente con le politiche agricole in realtà non è così strano o anomalo. Anni di governi tecnici ci hanno abituati all’idea che un ministro debba avere conoscenze tecniche nella materia di cui si occupa il suo ministero. In realtà non è così: la figura del ministro è puramente politica. Il suo compito è dare l’indirizzo ideologico alle politiche di cui si occupa il ministero. A curare la parte tecnica è l’apparato ministeriale, quello sì composto da esperti del settore che conoscono la materia.
È quindi più importante l’esperienza all’interno dell’apparato politico di un ministero. Da questo punto di vista Lollobrigida può vantare esperienza a livello locale, come assessore comunale e regionale. Non ha però mai avuto l’occasione di svolgere ruoli ministeriali, nemmeno quello di sottosegretario. Questo è di fatto il suo esordio a questi livelli.
La sovranità alimentare, che compare nel nome del ministero, ricalca la denominazione del ministero dell’agricoltura francese. Il nome, coniato dalla ONG Via Campesina, si riferisce ad una teoria di sviluppo agricolo ecologista e ascrivibile, stranamente, all’ambito dell’ecologismo di sinistra. In breve, l’idea della sovranità alimentare è quella di cambiare il fine dell’agricoltura, dal profitto alle esigenze alimentari della popolazione. L’obiettivo è quello di ridurre lo sfruttamento delle persone e dei territori, a vantaggio dei lavoratori e dei consumatori.
Sarebbe molto sorprendente che un governo conservatore e di destra si spendesse per una teoria simile. Infatti le prime dichiarazioni di Lollobrigida e della Meloni a riguardo sembrano andare in direzione opposta. L’idea secondo il ministro è quella che la Sovranità Alimentare sia una dottrina che porti a difendere i prodotti nazionali contro la concorrenza di quelli stranieri. Questa idea è del tutto aliena alla teoria di Via Campesina, che antepone agli interessi nazionali il benessere dei lavoratori e l’alimentazione corretta dei consumatori, nonché la tutela dell’ambiente. Più che sovranità alimentare, quello del nuovo governo sembra essere un sovranismo alimentare.
Marco Piuri, direttore generale di FNM S.p.a., racconta di aver scelto di lasciare l’incarico in…
Gli integratori alimentari Solisa sono integratori naturali che provengono dalle montagne del Massiccio del Pollino,…
L’Inghilterra è la patria della lingua inglese, la più utilizzata nel mondo del lavoro e…
I Buoni Fruttiferi Postali sono garantiti dallo Stato italiano ma il pericolo di perdere soldi…
I consumatori sono in pericolo, Conad annuncia un richiamo per salmonella. Non bisogna consumare il…
Nei prossimi mesi verranno erogati nuovi incentivi auto, per tutelare le aziende e favorire l'incremento…