Le bollette stanno aumentando in tutta Italia, ma non in modo omogeneo. Alcune città stanno facendo peggio di altre.
Da nord a sud i rincari delle bollette sono sempre peggiori, e in questa speciale classifica è un’eccezione rimanere sotto il 100% di aumenti.
Le cause di questa corsa del prezzo dell’energia sono varie, e risalgono a prima della guerra in Ucraina. Il governo Draghi ha per lungo tempo tentato di ridurre l’impatto di questi aumenti sganciando il prezzo dell’elettricità da quello del gas, e assicurando all’Italia scorte sufficienti per garantire il riscaldamento di aziende, privati ed edifici pubblici. Il clima mite sta aiutando, ma l’inverno deve ancora arrivare e i cittadini dovranno fare i conti con bollette sempre più salate.
Quando si parla di prezzo del gas e delle materie prime energetiche di solito di guarda soltanto alla guerra in Ucraina. La verità è che il prezzo dell’energia aveva cominciato ad aumentare ben prima del febbraio 2022, quando Mosca tentò di attaccare Kiev causando l’attuale crisi dei rapporti diplomatici e commerciali con l’occidente. In particolare il primo colpo al prezzo dell’energia lo diede la fine delle restrizioni contro la pandemia.
La ripresa contemporanea delle attività produttive creò una domanda improvvisa di energia. Il settore energetico però veniva da un anno ai minimi termini, a causa dei lockdown. Faticò a rispondere prontamente e si verificò quindi un primo aumento. Nel frattempo anche il mercato delle certificazioni per le emissioni andò in crisi. Questi certificati servono per poter produrre emissioni di CO2 e le aziende se li possono scambiare. I produttori di energia ne richiesero moltissimi, facendo aumentare il prezzo e di conseguenza il costo di produrre energia con fonti inquinanti.
Nel frattempo proprio la ripresa delle attività produttive, così improvvisa e contemporanea per quasi tutto il mondo, causò un blocco dei porti e una crisi della catena di forniture. Rimasero coinvolte anche le esportazioni di materie prime energetiche, che aumentarono quindi ancora di prezzo. È in questo contesto che la guerra in Ucraina dà il colpo di grazia al mercato, facendo arrivare i prezzi del gas ai livelli che abbiamo visto in estate.
In Italia però il costo delle bollette non è aumentato in maniera omogenea. La media è di circa il 135%, con costi più che raddoppiati. In alcune città virtuose però questi aumenti sono stati contenuti. Al terzo posto troviamo Napoli, dove il prezzo dell’energia non si è spinto oltre un aumento del 108%. Al secondo posto invece c’è Aosta. Il capoluogo di regione del Nord Italia è una delle due città in cui le bollette non sono nemmeno raddoppiate. Si registrano infatti aumenti per il 98%. La città con le bollette meno care è però Potenza, dove le famiglie dovranno affrontare aumenti del 96%.
Se c’è una classifica delle migliori città ne esiste anche una opposta. Diverse città infatti hanno superato la media, portandosi anche a superare il 150% di aumenti. Al terzo posto troviamo infatti Teramo, con un +152%, 17% in più della media nazionale. La regione più tartassata è però l’Umbria, con due città sul podio delle più care. Al secondo posto troviamo infatti Terni, la prima delle città che supera addirittura il 160% di aumenti. In testa invece c’è proprio Perugia, capoluogo umbro, con quasi il 164% di rincari delle bollette rispetto allo scorso anno.
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