In molti paesi, i regimi pensionistici sono ancora al centro del dibattito politico. Sono entrambi in questione i regimi finanziati e con pagamento in base al consumo (PAYG).
In Cile, le persone scendono in piazza per cambiare il programma finanziato, che è accusato di bassi redditi da pensione e tasse elevate.
In Francia, i cittadini protestano anche contro la riforma del governo del sistema PAYG e il suo tentativo di ridurre le disparità occupazionali.
La necessità di armeggiare con la sicurezza sociale è dettata da tre fattori principali interconnessi.
In primo luogo, l’invecchiamento della popolazione aumenterà la spesa pubblica per trasferimenti e servizi agli anziani, con le pensioni a sopportare gran parte della pressione.
In secondo luogo, le norme pensionistiche spesso non sono neutrali rispetto alle decisioni di pensionamento e incoraggiano il pensionamento anticipato.
Gli effetti negativi delle norme pensionistiche sui tassi di partecipazione al mercato del lavoro sono particolarmente preoccupanti in vista del processo di invecchiamento.
In terzo luogo, mentre le condizioni economiche degli anziani sono migliorate in termini relativi e i loro redditi sono stati ampiamente risparmiati dalla recente crisi economica, i lavoratori a contratto a tempo determinato e a bassa retribuzione sperimentano sempre più povertà, emarginazione e insicurezza economica.
L’Italia, a volte considerata un ritardo in termini di riforme sociali ed economiche, può vantare un sistema pensionistico che, nel complesso, funziona sufficientemente bene.
Ci riferiamo alla possibilità di garantire un adeguato potere d’acquisto ai pensionati e una prospettiva finanziariamente sostenibile a lungo termine.
Tutto questo anche tenendo conto dell’andamento demografico sfavorevole.
Alcune delle critiche sono tecniche e possono essere affrontate senza modificare la natura del sistema.
Altri commenti critici sono fondamentalmente legati alle carenze di altri strumenti di protezione sociale.
La necessità di rinnovare il sistema pensionistico italiano è all’ordine del giorno dalla fine degli anni ’70, ma il processo di riforma è iniziato solo nel 1992 a causa delle pressioni della crisi dei tassi di cambio e dell’urgenza di contenere il deficit di finanza pubblica a due cifre.
Cambiare in meglio vuol dire anche non scalfire determinate certezze. Come il caso della doppia pensione. Per la doppia pensione, quella di salvaguardia non ne esclude un’altra prestazione previdenziale. Precisamente, un trattamento pensionistico aggiuntivo. Da erogare con il sistema di calcolo contributivo.
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