Maggiorazioni in arrivo per tutti i redditi, con soglia fissata a 40 mila euro. L’Assegno Unico rafforza il sostegno diretto alle famiglie con figli.
A parità di condizioni, secondo alcuni analisti, l’Assegno unico alle famiglie avrebbe fornito un aiuto migliore e più diretto persino del Reddito di Cittadinanza.
Un risultato che ha convinto il nuovo Governo a mantenere in vigore la misura. Anzi, con un rafforzamento finito dritto in Legge di Bilancio e che, per il 2023, andrà a gonfiare il bonifico anche del 50%. In determinate circostanze naturalmente. Di sicuro, la maggiorazione sarà prevista anche per i figli da 1 a 3 anni nelle famiglie numerose, oltre che per i figli nel primo anno di vita. In questo modo, l’importo passerà da 100 a 200 euro. Inoltre, un ulteriore rinforzo è previsto per i gemelli: 100 euro per i primi tre anni di vita dei bambini. In Manovra, inoltre, è stata confermata la maggiorazione per i figli disabili. Una serie di misure volte quindi a rafforzare un sostegno che, a giudizio degli italiani, ha giocato un suo ruolo anche in un periodo relativamente breve di utilizzo (meno di un anno).
Il Governo Meloni ribadisce quindi l’intenzione di offrire un sostegno diretto alla natalità, agevolando le coppie alla formazione di nuove famiglie. La Legge di Bilancio, all’articolo 5, cita espressamente l’Assegno Unico universale, ormai da diversi mesi passato alla sua forma definitiva. Nello specifico, si precisa che a partire dall’1 gennaio 2023, per ciascun figlio di età inferiore a un anno scatterà la maggiorazione. In relazione però agli importi “di cui ai primi quattro periodi del presente comma”, soggetti a rivalutazione sulla base di quanto disposto nel comma I della Legge.
Assegno Unico, scatta la maggiorazione: cosa prevede la Manovra
L’incremento del 50% della prestazione riconosciuta dalla misura dell’Assegno Unico universale scatterà anche per i nuclei familiari con tre o più figli. Gli importi saranno distribuiti per ciascun figlio, qualora l’età fosse compresa fra 1 e 3 anni. Inoltre, l’importo Isee di riferimento è fissato a 40 mila euro. Il che lascia un ventaglio piuttosto ampio di beneficiari e potenziali tali. Il tutto, chiaramente, a meno di clamorose modifiche dell’ultimo minuto. Alla misura dell’Assegno Unico sono stati destinati 650 milioni di euro, da impiegare per la maggior parte per i bambini sotto i 3 anni di età (circa 520 mila). Un’altra buona parte delle risorse sarà convogliata per il sostegno ai bimbi al di sotto dei 12 mesi (369 mila), mentre 150 mila bambini destinatari della misura fanno parte di nuclei familiari numerosi.
Resta la condizione della fascia di reddito. L’Assegno Unico, infatti, spetterà in forma intera a coloro il cui reddito (da indicatore Isee) risulti entro i 40 mila euro. Per quanto riguarda gli aumenti, anch’essi procederanno in ordine decrescente in base alle fasce reddituali di riferimento. In questo caso, però, i 40 mila euro risulteranno la soglia massima. Ad esempio, per l’Isee fino a 15 mila euro, l’aumento spettante sarà di 87 euro al mese (1.050 euro in più all’anno). Per i redditi fino a 20 mila euro, l’aumento sarà di 75 euro. E così via (62,5 euro fino a 25 mila euro di Isee, 50 fino a 30 mila e 37,5 fino a 35 mila) fino alla quota dei 40 mila euro, per i quali spetteranno 25 euro in più al mese. Per un totale di 300 euro in più all’anno. La maggiorazione, chiaramente, non spetterà per i redditi annuali complessivi superiori a tale importo.