L’Università cattolica ha elaborato un algoritmo che potrebbe presto risultare decisivo nella lotta alla contraffazione dell’olio di oliva.
Sono ormai decenni che nel nostro paese si parla di tutti i rischi di falsificazione e contraffazione a cui va incontro uno dei prodotti alimentari che ci ha resi famosi nel mondo. Stiamo parlando dell’olio di oliva, che negli ultimi decenni è diventato uno dei marchi che più ha regalato prestigio al nostro paese in tutto il mondo.
Un brand che però si ritrova a fare i conti da decenni, con un fenomeno, quello della contraffazione, che negli ultimi anni ha raggiunto purtroppo livelli molto preoccupanti.
Ad esempio è uscito di recente uno studio di Coldiretti che tratteggia un realtà molto difficile: secondo l’associazione infatti, nel 2021, risulta falsificata almeno una bottiglia di olio di oliva su quattro, di quelle che vengono immesse e vendute sul mercato. Questo accade perché purtroppo, smascherare questa tipologia di frodi alimentari non è affatto semplice. Per questo, ormai da anni, sono tantissimi i centri di ricerca del settore, che si stanno occupando di trovare e di inventare delle nuove modalità di verifica che consentano di combattere questo fenomeno in modo efficace.
E una svolta in tal senso, potrebbe essere arrivata grazie a uno studio condotto dall’Università Cattolica. Un team di ricerca è infatti riuscito ad elaborare un algoritmo che sembra in grado di riconoscere i marchi contraffatti, in modo molto più preciso che in passato.
Un risultato che è stato possibile in primo luogo grazie alla collaborazione tra l’università e il Consorzio di Tutela Olio Dop, che ha permesso di avere a disposizione oltre quattrocento campioni di olio da far analizzare all’intelligenza artificiale progettato per questo scopo dai ricercatori. Questo nuovo algoritmo, sarebbe in grado secondo i suoi sviluppatori di riuscire a distinguere un vero olio d’oliva a marchio Dop da un falso, analizzando le molecole contenute al suo interno.
Lo studio scientifico a cui stiamo facendo riferimento, è già stato pubblicato sulla rivista Food Chemistry, a firma del coordinatore del progetto Marco Trevisan, che ricopre il ruolo di preside della facoltà di scienze agrarie dell’università. I ricercatori hanno spiegato che hanno utilizzato un modello di intelligenza artificiale è identico al “face Id” di riconoscimento che possiamo trovare sui nostri smartphone.
Siamo di fronte a un’invenzione che permetterà finalmente di contrastare in modo efficace la contraffazione del marchio olio d’oliva? Non ci è dato saperlo, ma di sicuro l’algoritmo creato dal team, sembra molto promettente. Il progetto è stato anche presentato dall’Università Cattolica con un comunicato ufficiale in cui viene scritto che “i risultati dei test eseguiti con l’intelligenza artificiale sono stati valutati con metodiche di intelligenza artificiale e la sensibilità dell’algoritmo è risultata del 100% (32/32), ovvero l’AI è in grado di riconoscere sempre l’olio da Taggiasca. In merito agli ottimi risultati ottenuti dallo studio, il professor Trevisan ha dichiarato: Il nostro lavoro, oltre alla tutela nei confronti delle frodi/contraffazioni, fornisce un importante supporto in termini di tutela della produzione DOP, ad oggi non applicata alla Taggiasca Ligure ma che in un prossimo futuro potrebbe esser pertinente. (…) Lo studio della composizione chimica del prodotto con la metabolomica, associato all’intelligenza artificiale, è un approccio promettente e futuribile per la tutela delle produzioni tipiche”.
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